TIGNANO (BARBERINO TAVARNELLE) – Domenica 26 aprile una grossa perdita ha afflitto Tignano. E la frazione si è stretta in un abbraccio (forte, anche se virtuale) intorno alla famiglia di Ornella Frosali.
Purtroppo un aneurisma si è portato via “l’Ornella” (tutti la chiamavano così): lei che era un punto di riferimento per Tignano, conosciutissima dato che ha gestito l’unico negozio di alimentari che c’era. E benvoluta da tutti.
Ad agosto avrebbe compiuto 83 anni. E fino al giorno prima della sua scomparsa è stata seduta davanti casa, su quelle sedie che erano il luogo di ritrovo del paese.
Dove l’Ornella trascorreva le sere d’estate e i pomeriggi di sole in inverno; con le sue amiche Paola e Luciana e con gli altri.
L’Ornella era una donna cordiale, disponibile e altruista. Sempre in prima linea negli eventi del paese. Per tantissimi anni ha fatto volontariato alla Misericordia: andava sulle ambulanze.
Non ha avuto una vita facile, a partire dalla scomparsa precoce del marito. Ma lei si è fatta forza e si è sempre rimboccata le maniche. Nel ’69 una delle sue gioie più grandi: finalmente la nascita del figlio Giovanni. E nel 2005 è diventata nonna: adorava suo nipote Vieri.
“Siamo nate tutte e tre a Tignano – a parlare è Paola Nesi, a nome anche di Luciana Stefani – Però tra me e l’Ornella c’erano sette anni di differenza. Per cui, quando io ero piccola, lei già lavorava: faceva la sarta”.
“La sua famiglia aveva un podere con le mucche e faceva il latte – racconta – L’Ornella ha abitato lì fino al ’60, anno in cui si sposò con Turiddo Casamonti e si trasferì da lui in via di Tignano: sulla destra venendo da Tavarnelle, proprio davanti a dove poi ci sarebbe stata la Capannina. E lì è stata fino a domenica”.
“I Casamonti hanno sempre avuto la bottega – dice – Prima era nella piazzetta del castello. Poi nel ’59, anno in cui si trasferirono in via di Tignano, la spostarono accanto alla loro nuova casa”.
“Via via che i suoceri invecchiavano, l’Ornella ci stava sempre di più in negozio – ricorda – E dall’83, quando purtroppo Turiddo è venuto a mancare, lo ha mandato avanti da sola”.
“Era un sali e tabacchi – spiega – Vendeva generi alimentari. Ma non solo: anche quaderni, perché prima a Tignano c’erano le scuole elementari. Per un periodo è stato anche merceria. Nel ’60 il primo telefono pubblico di Tignano fu installato proprio all’alimentari”.
“L’Ornella ha chiuso il bandone il 31 dicembre 2001 – prosegue – il giorno prima che entrasse in vigore l’euro, perché… “non mi voglio confondere”, mi disse. Inoltre gli affari si erano ridotti con l’avvento dei supermercati. E poi era una bella fatica: due volte la settimana andava a Poggibonsi a comprare la merce”.
Sì, perché l’Ornella aveva la patente. E fino all’inizio di marzo, prima del Dpcm sul Coronavirus, è andata a Tavarnelle con la sua Panda.
“Quando il marito si era ammalato, lo avevano ricoverato all’ospedale di Tavarnelle e lei andava a trovarlo a piedi – riprende Paola – Le chiesi: “Perché non prendiamo la patente?” e lei mi rispose: “Chissà come fo”. Dopo qualche mese cambiò idea e seguimmo le lezioni insieme”.
“Da piccoli, quando giocavamo fuori, facevamo sempre merenda dall’Ornella – interviene Federico Gianni – Con la mia famiglia andavamo spesso da lei a fare la spesa. E’ capitato che le abbiamo suonato il campanello alle otto di sera: anche se era a mangiare, ci veniva a servire”.
“Quando aprì la Capannina di Tignano, i ragazzi che venivano a prendere da bere si affezionarono subito all’Ornella – aggiunge – Dopo aver parcheggiato, si fermavano a salutare lei, la Luciana e la Paola”.
“Nonostante la musica e gli schiamazzi – conclude Federico – l’Ornella non si è mai lamentata. Anzi, ci ha sempre sostenuto: se facevamo la pizza da asporto, era la prima ad ordinarla. Aspettava “a gloria” l’apertura all’inizio dell’estate ed era dispiaciuta quando chiudevamo. Per questo e molto altro la ricordiamo con grandissimo affetto”.
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