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sabato 20 Aprile 2024
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    “I nemici della Pace”: tre appuntamenti organizzati dal Forum “Il Chianti per la Pace”

    Fra San Casciano e Barberino Tavarnelle, si parte il 18 maggio: i temi che verranno affrontati e i relatori che sono stati chiamati a confrontarsi

    CHIANTI FIORENTINO – Tre appuntamenti fra maggio e giugno, organizzati dal Forum “Il Chianti per la Pace”, con il titolo “I nemici della Pace – Dallo sfruttamento delle risorse ai conflitti locali e globali”.

    La prima serata sarĂ  sul tema “Lo sfruttamento delle risorse e i conflitti armati”, giovedì 18 maggio alle 21 nella biblioteca comunale (Sala “Lucia Bagni”) di San Casciano.

    Fra le tamatiche che verranno affrontate, “conflitti per la conquista e il controllo dei territori ricchi di sostanze utili alla produzione di energia e di moderne tecnologie”.

    E ancora, “sfruttamento del suolo e della popolazione, in paesi ricchi di risorse ma in cui la popolazione vive in povertĂ . Controllo armato dei territori oggetto di sfruttamento. Collegamento fra la logica capitalistica di sfruttamento delle risorse e i conflitti”.

    Relatori: Angelo Baracca, professore di Fisica UniversitĂ  di Firenze, eco-pacifista; Andres Lasso, attivista politico ecologista pacifista.

    La seconda serata (“Lo sfruttamento delle risorse e il potere economico e finanziario”, si terrĂ  l’1 giugno a Tavarnelle (Blue Room, ore 21).

    Con Matteo Bortolon, attivista CADTM Italia, redattore La Fionda; Simone Siliani, direttore Fondazione Finanza Etica .

    Sul tavolo, in questo caso, temi come “le conseguenze sull’economia mondiale dell’appropriazione e dell’utilizzo delle risorse energetiche da parte degli Stati piĂą potenti e delle grandi multinazionali”.

    E ancora, “la speculazione finanziaria senza regole crea grandissimi profitti e enormi perdite senza considerazione degli aspetti umani e ambientali, della dignitĂ  delle persone, del diritto alla vita”.

    Infine, terza serata, il 15 giugno alle 21 (San Casciano, circolo Acli, Sala La Cupola), con i relatori Alberto Tonini (docente UniversitĂ  di Firenze) e Giuseppe Grazzini, professore Ingegnere , ex professore dell’ateneo fiorentino.

    Si parlerĂ  de “Lo sfruttamento delle risorse e la crisi climatica”: “Lo sviluppo industriale e tecnologico – si legge nella presentazione – divora enormi quantitĂ  di energia, e implacabilmente provoca danni ambientali”.

    “Sono continuamente denunciati i disastrosi inquinamenti – si prosegue – il riscaldamento della temperatura del pianeta, gli eventi atmosferici estremi, la desertificazione di estese aree”.

    “Questi e altri fattori – si conclude – privano intere popolazioni delle condizioni necessarie alla vita costringendole a emigrare, con le conseguenze terribili che sono quotidianamente riportate dai mezzi di informazione”.

    “Il Chianti per la Pace”

    “”Il Chianti per la Pace” – spiegano dal Forum – è stato costituito nel giugno scorso a seguito dell’aggressione russa all’Ucraina del 24 febbraio 2022 da alcuni cittadini residenti nel territorio del Chianti. Il 10 giugno 2022 il Forum ha promosso un appello alla pace e al negoziato che ha raccolto oltre 60 adesioni e ha avviato, con l’iniziativa del 17 giugno tenutasi a San Casciano. Un ampio dibattito sul territorio con l’obiettivo di riaffermare il tema e l’impegno collettivo per la pace di fronte ad uno scenario internazionale completamente dominato dalla normalitĂ , quasi assuefazione, alla guerra”.

    “Una guerra nel cuore dell’Europa – proseguono – e tutti gli altri conflitti disseminati nel mondo richiedono una diffusa informazione e conseguente mobilitazione a favore della pace. Il nostro impegno “Il Chianti per la pace” in attuazione dei principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione intende promuovere la partecipazione attiva dei cittadini attraverso un lavoro di informazione, formazione, scambio e dibattito tra i cittadini, associazioni sociali, culturali, forze politiche e sindacali del nostro territorio, per salvaguardare la pace”.

    “La pace – rimarcano dal Forum – è un bene collettivo indispensabile alla vita, all’emancipazione individuale e collettiva di ogni societĂ . Per il futuro dell’umanitĂ  la pace è indispensabile, ognuno di noi è chiamato ad un impegno diffuso e incessante per contrapporre, all’orrore delle guerre, la forza della pace”.

    “Il Chianti per la Pace – aggiungono – è aperto al contributo di idee e proposte di coloro che si riconoscono nella necessitĂ  di impegnarsi contro l’attuale egemonia dell’ideologia liberista che trasferisce la sovranitĂ  alle regole del mercato e della finanza rispetto all’uomo e impedisce ai cittadini il godimento dei diritti fondamentali”.

    “Come Forum “Il Chianti per la Pace” – enunciano – riteniamo che promuovere la tutela dell’ambiente come strumento di costruzione della pace dovrebbe essere l’obiettivo di tutti, dei governi come della societĂ  civile. Non può esserci pace duratura se le risorse naturali che sostengono i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi vengono sfruttate senza alcuna regola o addirittura distrutte”.

    “Il controllo delle fonti energetiche – puntualizzano – rimane tutt’oggi al centro dell’attenzione delle grandi potenze come dei singoli governi. Sarebbe auspicabile che un certo livello di utilizzo dell’energia fosse disponibile ad ogni abitante della terra, in primo luogo per dare la possibilitĂ  a tutti di accedere ai servizi fondamentali, quali quelli relativi a salute, istruzione, informazione, alimentazione. Invece, il consumo di energia è fortemente sbilanciato e alimenta forti disuguaglianze ed ingiustizie”.

    “Se tutti gli abitanti del nostro pianeta consumassero al massimo (come ad esempio la Norvegia) – esemplificano – si andrebbe al collasso. Nella situazione attuale, l’equilibro si mantiene perchĂ© i poveri consumano al di sotto del fabbisogno. Ma fino a quando questo potrĂ  continuare? Le previsioni per i prossimi decenni indicano le energie non rinnovabili ancora al centro dello sviluppo e pertanto ci si deve attendere ancora un duro confronto sull’accaparramento di tali risorse”.

    “Da questa fame (o meglio aviditĂ ) di risorse energetiche – ricordano – nascono conflitti, sia a livello nazionale ed internazionale ed anche conflitti armati. Le Nazioni Unite stimavano nel 2020 che almeno il 40% dei conflitti interni scoppiati negli ultimi 60 anni è collegato allo sfruttamento delle risorse naturali, sia quelle di alto valore – legname, diamanti, oro e petrolio – sia quelle scarse, come terra fertile e acqua”.

    “L’uso consapevole e la gestione sostenibile delle risorse del nostro pianeta – concludono – è fondamentale anche nell’ottica di prevenire il rischio di nuove guerre. Non a caso, giĂ  nel 2016 l’ONU ha riconosciuto il ruolo di ecosistemi integri e risorse naturali gestite in modo sostenibile nel ridurre le probabilitĂ  di conflitto”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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