SAN QUIRICO IN COLLINA – Eravamo rimasti all’estate del 2019, quando don Roberto aveva comunicato la chiusura dello storico circolo Mcl di San Quirico in Collina. E la comunità, insieme ai gestori, si era “ribellata” a questa decisione.
# San Quirico in Collina si ribella: “Non chiudete il nostro circolo Mcl”
Ma in questi due anni, complice anche la pandemia da Covid-19, poco è cambiato. Anzi, ormai la decisione è divenuta definitiva.
Per un circolo che era una punto di riferimento non solo per San Quirico, ma anche per i paesi dei dintorni (San Pancrazio, Cerbaia).
La comunità aveva anche indetto un’assemblea per capire come raccogliere fondi per la ristrutturazione necessaria alla messa a norma dello stabile, così da evitare la chiusura definitiva di un circolo che per anni è stato il punto di ritrovo di intere generazioni. E’ stata lanciata una raccolta firme online, con oltre 300 adesioni.
“Alcune possibili soluzioni le avevamo trovate per raccogliere i fondi necessari alla ristrutturazione – afferma Francesco Previte, ex gestore del bar dell’Mcl – ma il parroco, don Roberto, non ha voluto sentire ragioni. Ci abbiamo provato più volte, ho proposto anche di mettermi da parte io, se il problema era la mia gestione, ma abbiamo trovato un muro”.
“Per il consiglio alcune idee potevano davvero essere fattibili per venirci incontro, e sostenere comunque noi i costi di tutto – continua Previte – ma alla fine la decisione era quella di chiudere. E non siamo riusciti a far cambiare idea. Poi è arrivato il Covid, e quella è stata la scusa perfetta per accelerare la chiusura e cercare di far cadere tutto nel dimenticatoio”.
“La cosa che mi dispiace di più – prosegue Previte – da ex gestore, ma anche da consigliere del circolo Mcl, è che si sia chiuso un punto di ritrovo per tutti i giovani del paese. Ogni giorno si ritrovavano lì tutti i ragazzi della zona, si organizzavano ogni tanto delle feste per autofinanziarsi. Ed erano sempre partecipatissime”.
“I ragazzi – ricorda – erano liberi di viversi la propria età, ma anche di confrontarsi con tanti anziani che da sempre frequentavano il circolo, rimanendo in paese. Ora io mi sono spostato a Cerbaia, e tutti i gruppi di ragazzi che prima erano a San Quirico sono costretti a spostarsi e venire da me. O ad andare da altre parti”.
Anche i ragazzi sono rimasti turbati da questa decisione. E hanno provato anche loro, nel tempo, a cercare di trovare dei punti di incontro per ripartire, facendo anche un “mea culpa” su alcune incomprensioni ed episodi spiacevoli.
“Per noi non era solo un circolo, era una seconda casa! Io abito a 10 metri e ogni giorno era la tappa fissa per un caffè, due chiacchiere, ma soprattutto per socializzare con quelli della mia età. E con i tanti anziani che ogni giorno stazionavano lì” afferma Giulio Bianchi, portavoce del gruppo dei ragazzi.
“Non avevamo bisogno di sentirci e di fissare un’ora per vederci – prosegue – andavamo lì ed eravamo sicuri di trovare sempre qualcuno con cui passare il tempo, accontentandoci poi di poco per divertirci. Ci bastava stare insieme! Ora invece San Quirico è deserta e noi giovani siamo costretti a prendere l’auto e spostarsi”.
“Io ho 24 anni e lo posso fare – sottolinea – ma quelli più piccoli di me? Hanno ormai perso quella bellezza di paese con cui siamo cresciuti noi. Le altre realtà di San Quirico infatti non hanno neanche lo spazio materiale per contenere la quantità di ragazzi che giornalmente si trovava all’Mcl: è come aver perso tutta la vita sociale”.
Il Covid ha fatto poi la sua parte e, a causa di tutte le restrizioni e le ulteriori norme da rispettare, la decisione della chiusura è diventata definitiva.
“Una decisione che non è venuta da me, ma che è stata richiesta espressamente dal cardinale Giuseppe Betori, vescovo di Firenze” tiene a precisare don Roberto.
Betori che, sottolinea il parroco, “a seguito della sua visita pastorale nel vicariato, ha espresso chiaramente quali dovessero essere le priorità su cui avremmo dovuto far fronte. Prima di tutto bisognava rimettere la chiesa, che necessitava da tempo di un restauro interno e di una messa in sicurezza”.
“Successivamente – spiega ancora – è stato chiesto di riprendere disponibilità dell’immobile dell’Mcl, destinandolo ai fini pastorali. Ho tenuto la lettera in chiesa, disponibile per tutti per almeno un anno, ma nessuno ha mai voluto comprendere realmente la decisione presa”.
“La mia poi non è stata una chiusura netta – tiene a precisare don Roberto – Ho infatti lasciato usufruibile una parte dell’immobile alla società sportiva dilettantistica di biliardo. Il resto dell’edificio versa obiettivamente in condizioni disastrose, e serviranno sostanziali lavori di ristrutturazione”.
“Abbiamo appena finito il restauro della chiesa – conclude – e quando avremo nuove disponibilità economiche le investiremo nell’Mcl. Per renderlo, come richiesto dal vescovo di Firenze, un immobile ad uso pastorale che ospiti il catechismo, le attività con le famiglie, le riunioni e le occasioni di incontro”.
Sembra quindi definitivamente conclusa la vita dell’Mcl come circolo ricreativo. Per lasciare spazio (speriamo in tempi rapidi) a un nuovo modo di fare socialità.
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