CHIANTI FIORENTINO – “i gruppi di maggioranza dei Comuni dell’Unione del Chianti fiorentino sulla questione pH presenteranno una mozione condivisa da votare nei singoli consigli comunali: un ulteriore impegno politico nelle sedi Istituzionali che spinge tutte le parti coinvolte ad adoperarsi ancora affinché la sede rimanga sul territorio”.
Lo comunica, in una nota, la maggioranza nel Consiglio dell’Unione comunale del Chianti fiorentino, composta da consiglieri delle maggioranze nei consigli comunali di Barberino Tavarnelle, Greve in Chianti, San Casciano”.
“Vogliamo andare oltre – rilanciano – a quanto annunciato dall’azienda l’11 aprile, che ha ribadito di voler spostare il sito a Calenzano“.
“Nel nostro territorio non si limita l’impresa e neanche l’iniziativa economica privata – puntualizzano – ma anzi si è sempre cercato, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, di trovare proposte che, sostenendo il lavoro, hanno garantito nel tempo sempre la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, insomma non in contrasto con “l’utilità sociale” (art.41 Costituzione della Repubblica)”.
“Depauperare sul tessuto economico del Chianti – riprendono – con lo spostamento dello stabilimento dei laboratori pH-Tuv Sud, vuol dire ridurre la qualità della vita, mettere in difficoltà la società (art. 4 della costituzione della repubblica) e per questo noi siamo contrari ai metodi e ai contenuti in cui si è esplicitata la vicenda per parte datoriale”.
“Condividiamo le preoccupazioni dei e delle dipendenti – aggiungono dalla maggioranza nell’Unione comunale chiantigiana – Il lavoro deve migliorare la vita delle persone e non peggiorarla. Il rischio reale è che, sradicando l’azienda e portandola a 45 km dalla sede attuale, vengano meno i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e che questo sia solo un primo passo per un possibile ulteriore spostamento altrove, sempre più lontano dalla nostra realtà o per una probabile riorganizzazione interna”.
“Non si spiegherebbero altrimenti le parole – rilanciano – esclusivamente rilasciate a mezzo stampa (delegittimando i tavoli istituzionali con Regione Toscana e i Comuni coinvolti), con le quali la multinazionale annuncia un’ipotetica “ulteriore crescita, anche in termini occupazionali” senza però aver mai presentato un piano industriale che motivi la delocalizzazione dell’azienda e formalizzi questa decantata crescita. Una società seria con un piano industriale definito, infatti, avrebbe considerato concretamente le offerte ricevute dalle amministrazioni locali, poiché rispondenti alle esigenze di spazi esplicitate a parole ma poi smentite nei fatti”.
“Desta molta preoccupazione – specificano – anche la cosiddetta “attenzione al giusto equilibrio tra lavoro e vita privata”; quando una parte di lavoratrici e lavoratori per poter raggiungere la futura sede di lavoro, aumenteranno notevolmente la distanza da casa, con dispersione di energie e aggravio della gestione della vita quotidiana. In particolare per le donne, che sono una parte importante e consistente della forza lavoro in pH (art.37 della Costituzione della Repubblica)”.
“Questo territorio – rivendicano – è sensibilmente attento alle tematiche relative alle pari opportunità e alla violenza sulle donne e pertanto ha istituito il tavolo di genere in cui istituzioni e organizzazioni sindacali si adoperano per promuovere iniziative volte a migliorare le politiche di genere sul territorio. Se molte famiglie dovranno essere costrette a rivedere la loro organizzazione, non possiamo far finta di non sapere che questo carico graverà maggiormente sulle donne”.
“Siamo dell’idea – aggiungono – che il dialogo abbia senso se utile a trovare una positiva risoluzione per chi rischia di perdere il lavoro. Non si può e non si deve andare contro le istituzioni che operano per il bene comune, i sindacati che propongono un lavoro dignitoso, le azioni corrette e positive delle lavoratrici e dei lavoratori financo a chi, nell’azienda, vuole collaborare per una risoluzione che rispetti davvero tutti e tutte, insomma contro quello che come maggioranza stiamo sostenendo con verità, correttezza e concretezza. Noi siamo per chi rispetta il lavoro, il territorio e la dignità delle persone!”.
“E ci aspettiamo che i vertici di pH e della multinazionale Tuv Sud – concludono – della quale i laboratori fanno parte, facciano lo stesso, rispettando sia la Costituzione Italiana sia quanto loro stessi scrivono nel codice etico e di condotta aziendale. Per questo nell’incontro che si svolgerà martedì 15 aprile in Regione Toscana, auspichiamo un ripensamento sul cambio di sede”.
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