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martedì 10 Dicembre 2024
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    Agricoltori di Radda in Chianti arrabbiati con il sindaco: “Piange il cuore non vedersi considerati”

    La lettera aperta del primo cittadino sull'economia locale, dove l'agricoltura non viene citata, ha lasciato spiazzati. Ne parliamo con Paolo Cianferoni

    RADDA IN CHIANTI – I viticoltori raddesi sono rimasti poco contenti (usiamo un eufemismo) di come il sindaco di Radda in Chianti, Pierpaolo Mugnaini, sta affrontando l’emergenza-Covid dal punto di vista delle attività economiche.

    In particolare in seguito alla lunga lettera aperta pubblicata dal sindaco, nel quale moltissimi agricoltori hanno rimarcato l’assoluta assenza (nella lettera e nel confronto precedente alla sua stesura) dell’agricoltura.

    # Radda in Chianti, lettera aperta del sindaco Mugnaini agli operatori commerciali e del turismo

    Ne abbiamo parlato con una figura ormai “iconica” nel mondo agricolo di Radda in Chianti (e non solo), Paolo Cianferoni.

    “Premettendo che questa è la mia opinione personale e che non parlo a nome di tutti – esordisce Cianferoni – posso comunque dire che almeno la maggior parte degli agricoltori raddesi si è risentita. Piange il cuore a non vedersi presi minimamente in considerazione in una fase complicata e difficile come questa. Davvero, anche solo una piccola nota a fine comunicato tipo “affronteremo in un secondo momento i temi legati all’agricoltura”. Invece niente, nemmeno due parole di conforto”.

    “È un periodo terribile per tutti – precisa Cianferoni – io stesso in questi giorni abbandono il mio punto vendita in via Roma che avevo da trent’anni”.

    Non è la mera polemica che cerca Paolo, anzi il suo tono di voce indica tranquillità ma decisa fermezza: “Immagino che siano stati fatti degli incontri con gli operatori del territorio che avranno esposto le loro impressioni e problematiche. A quanto pare però nessuno si è ricordato che la maggior parte di queste attività esiste perché esiste il lavoro degli agricoltori!”.

    “Non è un mistero – riprende Cianferoni – Radda si bassa sull’agricoltura. Ripeto, c’è dispiacere nel non vedersi considerati, soprattutto per uno che come me è politicamente vicino all’attuale giunta. Tra l’altro mi si faccia aggiungere che è piuttosto imbarazzante rendersi conto che a Radda ancora non c’è un assessorato preposto all’agricoltura”.

    Insomma, è evidente che l’uscita del sindaco non è stata accolta bene. Ma per quanto riguarda la sostanza del comunicato in sé?

    “Sono molti i punti che vengono toccati – risponde Cianferoni – e come dicevamo principalmente legati alla sfera del turismo e della ricezione ma anche al futuro del paese stesso. Credo, ormai da anni e ben prima del Coronavirus, che il turismo che caratterizza queste zone e Radda in particolare non sia poi così sano e neppure sostenibile. Un turismo mordi e fuggi, dove la permanenza media si è ormai ridotta a due-tre notti per poi andare altrove”.

    “Si tratta – evidenzia – di anni di non pianificazione turistica e mancanza di equilibrio. E tutto questo non è scollegato dal problema dello spopolamento. Giusto cercare di riportare giovani coppie, ma parliamoci chiaro: come fa una coppia di operai (che siano agricoli o meno, è indifferente) a permettersi gli affitti o i costi di Radda? Per non parlare di comprarsi casa”.

    Ma non sembra andare in quella direzione la riflessione del sindaco? “Sì, si parla del problema. Ma ciò che sfugge è che oltre a tutto ciò che abbiamo appena detto è la mancanza di servizi la vera tragedia. Ci vogliono servizi per sperare che giovani coppie possano stabilirsi qui e soprattutto mettere su famiglia qui. Io per esempio l’ho fatto ma era un’epoca spartana e la considererei una follia oggi, un’azione eroica”.

    “Se si smette di ragionare con l’occhio del turista – conclude Cianferoni – ci si accorge che vivere a Radda non è affatto così comodo. Bello sì, ma faticoso, difficile e costoso. E senza figli, non c’è futuro. Potremo ancora definire Radda un paese quando non ci saranno più bambini da iscrivere a scuola?”.

    I temi che tocca Paolo sono importanti e nient’affatto banali e toccano una serie di questioni sulle quali il Comune e i cittadini tutti dovranno necessariamente ragionare.

    Pare dunque che il Coronavirus, qui come altrove, abbia portato al pettine nodi che prima o poi si sarebbe in ogni caso dovuto cercare districare. Che si riesca a farlo è l’augurio per Radda in Chianti.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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