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venerdì 29 Marzo 2024
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    Un incredibile studio (di tre anni) sulle viti di Brolio adesso diventa anche un libro

    Intraprendenza, innovazione e sperimentazione: un modello che continua a decretare il successo del "made in Italy" anche nel settore del vino. Ne è testimone l'esperienza della Barone Ricasoli, la più antica casa vitivinicola italiana e la più grande del territorio del Chianti Classico, la cui proprietà nel 1993 è tornata in Italia con la riacquisizione da parte della famiglia Ricasoli.

     

    Guidata da Francesco Ricasoli, è stata la prima nel nostro Paese a finanziare un progetto di zonazione dei propri terreni coltivati a vite, i 230 ettari situati attorno al Castello di Brolio tra i comuni di Gaiole in Chianti e di Castelnuovo Berardenga.

     

    I risultati della ricerca sono oggi pubblicati e illustrati nel volume a cura di Edoardo A.C. Costantini "Oltre la zonazione" (Polistampa, pp. 184, euro 32), che sarà presentato a Firenze giovedì 23 maggio, alle 16.30, nella Sala Verde di Palazzo Incontri (via dei Pucci, 1). Interverranno Francesco Ricasoli, Massimiliano Biagi, Simone Priori, Nadia Vignozzi, Stefano Mocali, Valentina dell'Oro e Sandro Conticelli. Coordina Zeffiro Ciuffoletti.

     

    La zonazione viticola è una disciplina scientifica che realizza la suddivisione del territorio sulla base della comprensione delle relazioni che s'instaurano tra la vite e l'ambiente. L'analisi del suolo e della sua composizione e' svolta allo scopo di produrre e organizzare per aree, o "zone", informazioni utili per la gestione agronomica dei vigneti e per i procedimenti di vinificazione delle uve.

     

    Lo studio svolto sulle vigne di Brolio, durato complessivamente tre anni, è stato condotto dal Centro di Ricerca per l'Agrobiologia e la Pedologia di Firenze, dall'Unità di Ricerca in Viticultura di Arezzo e dal Dipartimento di Scienza della Terra dell'Università di Firenze, in collaborazione con l'agronomo della Barone Ricasoli Massimiliano Biagi.

     

    "La zonazione – spiega Biagi – ci ha permesso di conoscere con precisione le caratteristiche pedologiche dei nostri terreni, dalle origini agli aspetti chimico-fisici, e il comportamento vegeto-produttivo del Sangiovese nelle diverse tipologie di suolo e microclima".

     

    La ricerca ha evidenziato la presenza nell'area di Brolio di diciannove suoli diversi, mostrando una composizione del terreno variegata e riscontrabile in gran parte della zona del Chianti Classico. Scopo del progetto è quello di giungere alla padronanza del patrimonio viticolo orientandosi verso una "viticoltura di precisione", moderna e sostenibile, fatta di azioni mirate condotte nel rispetto del terreno e dell'ambiente.

     

    "L'incremento della conoscenza – spiega concludendo Francesco Ricasoli – permette tempestività, precisione, risparmio di energie e di prodotti".

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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