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venerdì 29 Marzo 2024
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    Babbo Natale e la Coca Cola: la tradizione incontra il marketing

    Ma quando la figura di Babbo Natale ha assunto una connotazione più commerciale e meno “mitologica”? Per rispondere a questa domanda un punto di partenza è stato fornito da...

    Nonostante la pandemia, il Natale, le sue tradizioni e l’atteso arrivo di Babbo Natale, continuano a produrre in noi un senso di festa, di famiglia e di speranza.

    Se in passato, per la generazione dei nostri nonni Babbo Natale era legato esclusivamente ad un sentimento folkloristico e cristiano; nella nostra generazione il mito di Santa Claus ha generato un vero e proprio motore propulsivo nell’industria consumistica.  

    Ma quando la figura di Babbo Natale ha assunto una connotazione più commerciale e meno “mitologica”?

    Per rispondere a questa domanda un punto di partenza è stato fornito dall’infografica Unicusano.

    Un progetto sviluppato dalla facoltà di Sociologia e Scienze della Comunicazione attraverso cui è possibile percorrere la storia di Babbo Natale in tutte le sue evoluzioni.

    Una tradizione che affonda le sue radici nel 300 d.C. e non conosce confini geografici attraversando, secolo dopo secolo, differenti culture, lasciandosi influenzare da eventi che ne hanno cambiato colori e connotazioni fino all’800.

    Tuttavia è solo con il ‘900, e per esigenze di marketing,  che si giunse alla versione che tutti conosciamo.

    Il potenziale del mito natalizio in termini commerciali è emerso quando la Coca Cola, nel 1920, utilizzò per la prima volta la rappresentazione di Babbo Natale nelle sue campagne pubblicitarie. Tuttavia apparve come un uomo dallo sguardo severo e quindi ancora lontano dal quella espressione rassicurante che lo caratterizza.

    Un’altra raffigurazione commerciale si ebbe nel 1930 ad opera dell’artista Fred Mizen. Santa Claus appare meno mitologico e più umano.

    La rappresentazione lo vedeva circondato da una folla mentre beve la sua bottiglia di Coca Cola. Tuttavia, l’illustrazione che consacrò Babbo Natale re i del marketing appartiene a Haddon Sundblom.

    Considerato il “padre” di Santa Claus, realizzò – ispirandosi alla poesia di Clement Clark Moore del 1822 “La visita di San Nicola” – delle illustrazioni su commissioni della Coca Cola Company.

    Quello che ne seguì fu l’inizio di un vero e proprio merchandising dove Babbo Natale era il protagonista indiscusso, rappresentato come un signore anziano, panciuto, allegro, vestito di rosso con la sua pelliccia bianca.

    La forza comunicativa di questo personaggio natalizio faceva forza nei colori che associano il prodotto a Babbo Natale. Le scelte stilistiche provocarono dibattiti tra chi sosteneva che in passato le illustrazioni lo raffiguravano in questo modo; e chi vedeva in questa scelta stilistica una manipolazione commerciale ad opera della Coca Cola.

    Oltre le diatribe legate al marketing, una piccola curiosità risiede nel personaggio. Vi siete mai chiesti da chi prese ispirazione Sundblom? Ebbene, per realizzarlo l’illustratore chiese ad un amico di fargli da modello. Si trattava di Lou Prentiss, un venditore in pensione.

    L’icona crebbe e si rafforzò grazie alle rappresentazioni di Babbo Natale che ne seguirono sempre per mano di Sundblom tra il 1931 e il 1964.  Veniva rappresentato mentre legge letterine, distribuisce giocattoli e visita i bambini di tutto il mondo. Non c’era oggetto che non avesse l’immagine di Babbo Natale.

    Una scelta che contribuì ad umanizzare il personaggio rendendolo sempre più vicino ai bambini e agli adulti.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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