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lunedì 2 Ottobre 2023
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    Al Meyer un tampone unico per scovare Coronavirus e virus respiratorio sinciziale

    La professoressa Azzari: "Riuscire a scoprire subito i casi positivi con il tampone effettuato all'ingresso in ospedale ci permette di organizzarci al meglio"

    FIRENZE – Un tampone molecolare unico per rilevare contemporaneamente e rapidamente la presenza del Coronavirus e dell’Rsv, il virus respiratorio sinciziale responsabile dell’epidemia di bronchioliti che sta colpendo tanti piccolissimi e che ha messo a dura prova la capacità di accoglienza di molti ospedali, compreso il pediatrico fiorentino.

    # “Boom di casi di virus respiratorio sinciziale”: le raccomandazioni del Meyer

    Una piccola “rivoluzione” procedurale che permette di isolare immediatamente i casi positivi, attraverso la creazione di percorsi separati che tutelano tutti i piccoli pazienti e le famiglie che si rivolgono all’ospedale.

    La novità è stata messa a punto dal team del Laboratorio  di Immunologia del Meyer, guidato dalla professoressa Chiara Azzari: per la prima volta, in Italia, è possibile fare diagnosi differenziale attraverso un unico prelievo e un’unica analisi.

    “Abbiamo fatto tesoro della lezione che ci è stata impartita dalla pandemia – spiega la professoressa – e abbiamo imparato quanto sia importante avere dalla propria parte il fattore tempo: riuscire a scoprire immediatamente i casi positivi con il tampone effettuato all’ingresso in ospedale ci permette di organizzarci al meglio e di proteggere i bambini che non hanno contratto l’infezione”.

    Non è la prima volta che i ricercatori guidati dalla professoressa Azzari si mettono al lavoro per proteggere il Meyer.

    In piena pandemia, il Laboratorio ha ideato Uffa, un kit che permette di effettuare un autotampone nasale: attraverso questo sistema, tutti gli operatori hanno potuto monitorare costantemente la loro negatività al virus, mantenendo al sicuro i bambini ricoverati.

    Il virus sinciziale

    Il virus respiratorio sinciziale è molto aggressivo nei bambini più piccoli, soprattutto sotto l’anno di età.

    Tutti i bambini ricoverati necessitano di un’assistenza respiratoria, che prevede l’utilizzo dell’ossigeno in alti flussi o il casco; nel 20% dei casi, i più gravi, è necessaria la terapia intensiva e il bambino deve essere intubato.

    Questo virus ha un andamento stagionale, collocato di solito tra dicembre e marzo.

    Quest’anno ha fatto la sua comparsa fin dal mese di ottobre, facendo registrare, in questo periodo, un boom di ingressi al pronto soccorso e un aumento importante di ricoveri, anche intensivi.

    “Negli anni scorsi – spiega ancora la professoressa Azzari – avevamo 30-40 bambini ricoverati ogni mese. Quest’anno, solo in questa porzione del mese di novembre, ne abbiamo ricoverati 130, il che significa quattro volte in più rispetto alla media”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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