FIRENZE – “Aperti per non chiudere più”. È lo slogan che scandisce la campagna unitaria lanciata da Fipe-Confcommercio e Fiepet-Confesercenti in concomitanza con il Primo Maggio, festa internazionale del lavoro.
Le due associazioni di categoria, che rappresentano i pubblici esercizi italiani, intendono così “mobilitare anche l’opinione pubblica sulla necessità di una ripartenza totale e definitiva dell’attività del settore e, più in generale, sulla necessità di una diversa gestione della pandemia, che non passi più dalle chiusure dei locali, ma che vada a colpire il pericolo dei contagi là dove realmente è”.
Nelle locandine, affisse in vetrina da migliaia di bar e ristoranti, alcune immagini provocatorie: l’interno di un locale con il servizio al tavolo e assembramenti in spazi pubblici. Poi, la domanda: “Dove ti senti più sicuro?”
“Basta coi distinguo tra fasce di colore o tra servizio all’esterno o all’interno: ormai queste regole nella lotta al Covid stanno sfiorando il ridicolo – dicono da Fipe-Confcommercio e Fiepet-Confesercenti – lo dimostra il fatto che nei mesi in cui siamo stati chiusi il numero dei contagi è addirittura aumentato”.
“È evidente ormai a tutti – rincarano – tranne che al Governo, che non è nei nostri locali che circola il virus. Si vada piuttosto a vedere cosa accade nelle case private, negli assembramenti spontanei delle piazze, o all’interno delle grandi aziende, dove quattro milioni di lavoratori ogni giorno condividono il momento della pausa non sempre rispettando le prescrizioni antiCovid”.
“Con le sue disposizioni – rilanciano – ormai da oltre un anno lo Stato italiano ha messo fuori legge i pubblici esercizi, che pure sono gli unici a poter garantire la somministrazione in piena sicurezza, con clienti controllati e controllabili e nel pieno rispetto dei protocolli vigenti. Ma chiudendo noi ha aperto la strada alla rete dell’illegalità fuori da ogni controllo. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti”.
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