spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
martedì 23 Aprile 2024
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    Covid-19 e mortalità (in Italia e Toscana), fra 2020 e 2021: l’analisi di ARS

    Nel 2020 in Toscana notificati 3.673 decessi Covid-19, il 7,6% dei decessi totali; nel 2021 i decessi Covid-19 sono stati 3.606, il 9,7% della mortalità totale

    FIRENZE – La mortalità da Covid-19, che ancora oggi vede fra le 20-30 persone decedute al giorno in Toscana e oltre 400 in Italia, è uno dei temi più dibattuti del momento.

    Perché se nel 2020 e nel 2021 la differenza fra morti “per Covid” e “con Covid” (ovvero solo positivi al tampone, ma deceduti per altri motivi) secondo i clinici aveva ben poco senso, con l’avvento dei vaccini e l’arrivo della variante Omicron, e di conseguenza una minor virulenza del virus, si sta iniziando da più parti a voler rivalutare i parametri di classificazione dei decessi.

    Si deve quindi, molto probabilmente, guardare all’oggi in modo diverso. Ce lo diranno i prossimi giorni, le prossime settimane, le valutazioni che verranno fatte in questo senso.

    Intanto però l’Agenzia Regione di Sanità, a firma di Daniela Nuvolone, ha pubblicato un interessantissimo studio sulla mortalità in Italia e in Toscana, fra 2020 e 2021, che mostra in modo diretto l’impatto di Covid-19 (qui lo studio integrale).

    “La quarta ondata pandemica – inizia Nuvolone – sostenuta dall’alta contagiosità della variante Omicron mostra da diversi giorni una tendenza alla flessione, sia dei nuovi contagi sia del carico sui servizi ospedalieri. Il numero dei decessi Covid-19, come ormai abbiamo imparato in questi due anni, è l’indicatore che scenderà per ultimo, avendo una latenza di più giorni rispetto a contagi e ricoveri. Questo elemento riapre, soprattutto a livello mediatico, accese discussioni sull’elevata mortalità Covid-19 in Italia”.

    “Più volte – precisa – abbiamo evidenziato che riferirsi unicamente ai dati di mortalità Covid-19, soprattutto quando si vanno a fare confronti tra i diversi Paesi, può portare a letture distorte del reale impatto della pandemia sulla mortalità della popolazione”.

    In Italia, ricordano dall’Agenzia regionale di sanità, l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha stabilito i criteri di definizione dei decessi Covid-19 individuando i seguenti elementi necessari:

    • Decesso occorso in un paziente definibile come caso confermato di Covid-19 (tampone positivo)

    • Presenza di un quadro clinico suggestivo di Covid-19

    • Assenza di una chiara causa di morte diversa da Covid-19 o comunque non riconducibile all’infezione da SARS-CoV-2 (es. trauma)

    • Assenza di periodo di recupero clinico completo tra la malattia e il decesso

    “Al netto di questa chiara definizione – rimarca Nuvolone – non si può escludere del tutto una possibile introduzione di una misclassificazione legata alla diversa sensibilità dei medici che certificano la causa di morte, soprattutto nei soggetti ad elevata coomorbidità. Ciò è ancora più determinate nel caso in cui si tenta di confrontare la mortalità Covid-19 tra i vari Paesi, tra i quali evidentemente la certificazione della causa di morte è soggetta a maggiore disomogeneità”.

    “Per questi motivi – si evidenzia – il metodo che più di tutti fornisce una stima più affidabile e meno distorta dell’impatto di Covid-19 è analizzare gli eccessi di mortalità, ovvero confrontare i livelli di mortalità generale, per qualsiasi causa e non solo per Covid-19, nei due anni di pandemia rispetto ai livelli di mortalità osservati negli anni precedenti. Del resto questo indicatore da conto non solo della mortalità diretta causata da Covid-19, ma anche di quella legata a fattori indiretti come, ad esempio, il ridotto accesso ai servizi di emergenza-urgenza per eventi cardiovascolari (infarto o ictus) o per la minore attenzione ai malati cronici (pazienti oncologici e non)”.

    “Nelle prime fasi più acute del 2020 – si mette in luce – l’eccesso di mortalità è stato utile anche per quantificare la quota di mortalità Covid-19 “nascosta”, ovvero quella sfuggita alle statistiche ufficiali per mancata esecuzione dei tamponi”.

    Ad oggi sono disponibili i dati ISTAT dei decessi a livello nazionale stimati al 31 dicembre 2021. Per il livello provinciale e comunale sono al momento disponibili i dati aggiornati al 30 novembre 2021.

    ISTAT mette a disposizione la serie storica dei decessi giornalieri dal 2011, ma il periodo 2015-2019 è quello che, in linea con le pubblicazioni ISTAT, viene assunto come riferimento per la valutazione dell’eccesso di mortalità per gli anni 2020 e 2021.

    “Complessivamente – scrive Nuvolone – in Italia nel 2020 i decessi totali sono stati 764.146, ovvero 100.526 in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti, pari ad un eccesso del +15,6%, il dato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra. Nel 2021 l’eccesso di mortalità è stato più contenuto, circa 59mila decessi in più pari al +9,2%”.


    mortalita istat 4feb fig1“Nel 2020 – si mostra – è il Nord Italia a registrare l’eccesso di mortalità più alto, +24,6%, ed in particolare la Lombardia (+36,6%), mentre la Toscana nel 2020 registra un +8,6%, pari a circa 3.800 decessi in più rispetto al periodo di riferimento, un dato sostanzialmente in linea con la media delle regioni del Centro Italia (+7,5%). Nel 2021 si nota una maggiore omogeneità tra Nord, Centro e Sud Italia: l’eccesso di mortalità più alto si registra in Puglia (+17,7%) mentre le regioni del Nord, più colpite nella prima fase epidemica, mostrano nel 2021 una netta flessione dell’eccesso di mortalità”.

    “Questo andamento – scrive Nuvolone – è spiegato per buona parte dalla differente velocità delle campagne di vaccinazioni anti-Covid che ha caratterizzato le regioni del Nord e del Centro rispetto a quelle del Sud. Anche in Toscana nel 2021 l’impatto di Covid-19 sulla mortalità è leggermente più basso rispetto al 2020: si registrano 3.321 decessi in più rispetto al 2015-2019, pari a +7,5%, una diminuzione dell’eccesso più contenuta rispetto alla media italiana. La forte eterogeneità geografica degli eccessi di mortalità tra le varie ondate pandemiche è ancora più evidente nella distribuzione per provincia: nel 2020 le province più colpite sono Bergamo, Cremona e Lodi; nel 2021 le province di Bari, Taranto e Prato mostrano gli eccessi di mortalità più alti, anche se su livelli più contenuti rispetto al 2020”.

    “Se si confrontano gli eccessi di mortalità osservati nei mesi tra gennaio 2020 e novembre 2021 nei vari Paesi europei – si guarda oltre confine – l’Italia mostra complessivamente un andamento in linea con la media EU-27. Solo nella prima fase epidemica (marzo-aprile 2020), quando l’Italia fu il primo Paese europeo ad essere investito dalla pandemia, gli eccessi di mortalità mostrano, insieme a Spagna e Belgio, valori più alti della media europea. Negli ultimi mesi considerati, da agosto a novembre 2021, l’Italia si pone su valori al di sotto della media EU”.

    “Tornano al confronto Toscana-Italia – prosegue l’analisi – sia nel 2020 che nel 2021, l’impatto del Covid-19 sulla mortalità è stato più forte negli uomini rispetto alle donne, sia a livello nazionale che regionale toscano. In tutte le fasi pandemiche l’eccesso di mortalità negli uomini è più alto, ad eccezione della fase di transizione dell’estate 2020, in cui le donne hanno sperimentato una mortalità più alta, presumibilmente legata alle ondate di calore”.

    mortalita istat 4feb fig4
    “Relativamente alla distribuzione per classi di età – si legge ancora – nel 2020 è sui più anziani (ultraottantenni) che la pandemia determina un impatto maggiore in termini di mortalità: l’eccesso di mortalità è del +18,7% in Italia e del +10,9% in Toscana (Figura 5). Minori ma comunque rilevanti anche gli eccessi nelle classi d’età 65-79 anni (+12,2% in Italia e +5,2% in Toscana) e 50-64 anni (+10,3% in Italia e +3,4% in Toscana)”.

    “Nel 2021 – si spiega – diminuisce significativamente, sia a livello nazionale che in Toscana, l’impatto sui più anziani e aumenta, soprattutto in Toscana, la quota di eccesso di mortalità nella classe 50-64 anni. Sia nel 2020 che nel 2021 la mortalità nella classe 0-49 anni è più bassa rispetto ai livelli del quinquennio precedente”.


    mortalita istat 4feb fig5

    “Anche a livello intra-regionale toscano – mette in luce l’analisi di ARS – si osserva una forte disomogeneità geografica, mostrata nella differenziazione per provincia e per zone distretto (Figura 7). La provincia di Massa-Carrara presenta nel 2020 l’incremento più alto, +15,9%, seguita da Prato (+12%) e Firenze (+10,2%). Le zone distretto con incrementi di mortalità più alti sono le Apuane, la Val Tiberina e la Fiorentina Nord-Ovest”.

    “Il valore più basso – si evidenzia – si registra nella provincia di Siena (+1,4%). Nel 2021 (gennaio-novembre) sono, invece, le province di Prato (+22,2%) e Pistoia (+17,4%), in particolare la zona distretto della Val di Nievole, a mostrare eccessi di mortalità più alti rispetto alle altre province toscane”.

    mortalita istat 4feb fig6

    “Complessivamente – si riassume – nel 2020 in Toscana sono stati notificati 3.673 decessi Covid-19, che rappresentano il 7,6% dei decessi totali e il 96,1% dell’eccesso di mortalità. Nel 2021 i decessi Covid-19 sono stati 3.606, pari al 9,7% della mortalità totale e circa il 20% in più dell’eccesso di mortalità”.

    “Quest’ultimo dato – si conclude -suggerisce che la maggiore mortalità causata da Covid-19 è stata controbilanciata da una diminuzione della mortalità per altre cause, come ad esempio l’influenza, e comunque da un cosiddetto effetto “harvesting”, ovvero dal fatto che la pandemia ha anticipato una quota di decessi, soprattutto tra i più anziani e fragili, che comunque erano attesi nel breve periodo”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...