spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
giovedì 28 Marzo 2024
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    Il Sindacato Medici Italiani accusa la Regione Toscana: “Vaccinazioni over 80, un flop annunciato”

    Non ha firmato l'accordo siglato da Fimmg e Snami: "Progetto inadeguato, incapace di centrare l'obiettivo nei tempi giusti. Cosìo la vaccinazione di questi soggetti terminerà solo verso metà luglio"

    FIRENZE – Le vaccinazioni degli over 80 toscani sono lentamente partite, effettuate dai medici di famiglia.

    Ma su quell’accordo annunciato l’11 febbraio scorso dalla Regione Toscana, firmato da da Fimmg e Snami, lo SMI (Sindacato Medici Italiani) è sempre molto critico.

    “In Regione Toscana – dice il segretario regionale SMI, Nicola Marini – la campagna vaccinale per gli over 80  è già iniziata. La Regione si è rivolta alle organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale nella sede istituzionale del comitato regionale, per un accordo da condividere sulla base del progetto organizzativo presentato”.

    # Vaccinazione ultra80enni, Giani e Bezzini: “Grande partecipazione dei medici, Toscana apripista”

    “Il Sindacato Medici Italiani – precisa Marini – pur dichiarandosi pronto a contribuire per senso etico e deontologico alla somministrazione dei vaccini, non ha firmato l’accordo a causa dell’inadeguatezza del progetto regionale incapace di centrare l’obbiettivo, nei tempi giusti, di una vaccinazione totale dei 327.000 ultraottantenni toscani”.

    La dichiarazione di Marini è mirata a rendere pubblica la contrarietà dello SMI all’accordo della Regione Toscana per la vaccinazione over 80.

    “La Regione Toscana – dice Marini – ha costruito un sistema organizzativo di vaccinazione farraginoso e burocratico che costringerà ognuno dei 2.657 medici toscani a vaccinare, in tutto, solo sei anziani over 80 a settimana coi vaccini Pfizer e Moderna e le loro ben note problematiche della catena del freddo”.

    “Significa che la vaccinazione di questi pazienti fragili e ad alto rischio – accusa – terminerà solo verso la metà luglio: cronaca di un flop annunciato, inquietante anteprima del fallimento della prossima campagna vaccinale di massa, pesanti ritardi che vogliono dire più contagi, più malattie, più morti”.

    “Con questi criteri e questi decisori – rincara – senza peraltro aver fatto un vero e articolato confronto con tutti i rappresentanti di chi lavora sul campo. Il virus ci insegna che solo la competenza e la condivisione delle esperienze ci salveranno. Il virus si batte solo sui tempi rapidi con la mentalità e la tecnica della catena di montaggio”.

    “Lo SMI – aggiunge Marini – ha proposto, inascoltato, alla Regione di “rovesciare il paradigma”, ordinando alle Aziende Sanitarie di mettere a disposizione dei medici di famiglia strutture molto ampie, che siano hub vaccinali con personale infermieristico, sociosanitario e amministrativo, come avviene nei punti vaccinali ospedalieri, per un consenso informato professionale, per la registrazione ed il monitoraggio di controllo di eventuali eventi avversi ed il conseguente trattamento medico”.

    “Lo SMI – dice ancora – ha proposto di inserire i medici di medicina generale in questi centri vaccinali per i propri pazienti, utilizzandoli come coordinatori del personale impiegato, superando le incompatibilità normative e le differenti appartenenze contrattuali perché la pandemia è evento eccezionale e richiede misure eccezionali e non storiche barriere”.

    “Lo SMI – sono ancora parole di Marini – propone di utilizzare i medici USCA per le vaccinazioni domiciliari dei pazienti non deambulanti, o abitanti in zone disagiate e lontane a bassa densità abitativa, che caratterizzano ben un terzo del territorio regionale. Gli impiegati amministrativi possono essere utilizzati per i contatti telefonici di prenotazione e per gli appuntamenti cadenzati negli ampi spazi di tali strutture che, garantendo distanziamento, assicurano una corretta azione di bio-contenimento del contagio, cosa difficilmente realizzabile, come fu detto per i tamponi, negli studi medici che sono private abitazioni situate nei condomini”.

    “Solo con i tempi rapidi – accusa ancora – l’impegno di tutti, la continuità degli atti vaccinali si batte il virus, si salva l’economia, si torna alla vita! Queste proposte dello SMI sono state frettolosamente respinte dalla Regione, che ha fatto scelte diverse di lentezza e di burocrazia. La Regione Toscana vuole partire per prima e rischia di arrivare per ultima! Ansia da prestazione per il timore che Esercito e Protezione civile prendano in mano la situazione con decisione e rapidità su indicazione del nuovo Governo. Il premier Draghi, infatti, nella presentazione del suo Governo ha esattamente affermato questi razionali concetti citando queste due istituzioni nazionali per uscire dalla pandemia in sicurezza, nel minor tempo possibile”.

    “Il Sindacato Medici Italiani – conclude – ribadisce che questa maxi-emergenza non si affronta né si risolve solo dentro gli uffici dei funzionari regionali, con qualche consulente di contorno ma, insieme a loro, con un confronto ampio con tutte le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale. Non solo, vista la posta in gioco, anche con le istituzioni locali, a partire dai Comuni, con le entità rappresentative della società civile organizzata e dell’universo del terzo settore. SMI chiede pertanto alla Regione di non ricadere nell’errore compiuto con la tentata chiusura delle guardie mediche notturne, di contattare ed ascoltare rapidamente tutte queste realtà nell’interesse di tutta la cittadinanza toscana. Regione Toscana ripensaci e noi ci saremo!”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...