FIRENZE – Il Covid-19 in Toscana è in fase di inizio di ritirata. Le ospedalizzazioni scendono lentamente. I nuovi casi si sono attestati intorno a mille al giorno (che sono sempre e comunque tantissimi).
Si parla (è stato il presidente della Regione Eugenio Giani ad annunciarla pubblicamente) di zona arancione dal 4-6 dicembre. Addirittura di zona gialla subito dopo.
Ma l’assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini, tiene la barra dritta sulla prudenza.
# Coronavirus, i numeri in Toscana: 38 decessi, percentuale dei positivi sui testati sotto al 15%
“Ora è il tempo della tenacia – inizia Bezzini – La strada è ancora lunga e sarebbe un errore fatale abbassare la guardia proprio adesso che iniziamo a vedere i risultati dei nostri sacrifici, che la curva del contagio mostra segnali di miglioramento e che ci avviamo verso un allentamento delle restrizioni”.
“Non deve ripetersi quanto accaduto quest’estate – riparte – quando a causa di un rilassamento e di una sottovalutazione generali si sono aperti varchi per questa seconda ondata, molto più pesante della prima”.
“In Toscana – snocciola qualche dato – quasi 700 ricoveri in più: 2.128 il 23 novembre (picco ospedalizzazioni totali seconda ondata) contro i 1.437 del 3 aprile (picco ospedalizzazioni totali prima ondata), una pressione che la nostra rete ospedaliera ha saputo comunque reggere”.
“Se vogliamo evitare una terza ondata – esorta – ognuno deve fare la propria parte. Da un lato le istituzioni devono portare avanti azioni che aiutino a trovare un equilibrio tra livelli di contagio, sicurezza sanitaria e la dimensione economica e sociale, dall’altro vanno rispettate le norme, tenuti comportamenti corretti, mantenuto il distanziamento sociale e osservata la massima attenzione in ogni cosa che facciamo”.
“A fronte di un calo dei positivi e dei ricoveri – ricorda – in questi giorni stiamo registrando purtroppo numerosi decessi: i dati più tragici che arrivano per ultimi, ma che non possono essere ultimi nelle considerazioni”.
“Dietro a questi numeri infatti – aggiunge – ci sono persone, famiglie, storie di amore, dolore e lontananza. Non dobbiamo dimenticarlo mai, non dobbiamo mai perdere la nostra umanità”.
“Queste vittime – dice Bezzini -testimoniano quanto possa essere violento il virus, capace di strappare molte persone all’affetto dei propri cari, a cui va il mio cordoglio e la mia vicinanza”.
“Sono loro a ricordarci – conclude – ogni minuto quanto il futuro di tutti sia nelle mani di ciascuno di noi”.
@RIPRODUZIONE RISERVATA