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martedì 15 Ottobre 2024
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    Allarme Cgil: “Mutui, in Toscana rata media mensile cresciuta del 37,5% (+260 euro/mese) in 16 mesi”

    "E' necessaria, da subito, una moratoria sui pagamenti delle rate dei finanziamenti per i più bisognosi"

    FIRENZE – Matteo è un impiegato di un’azienda privata (stipendio da circa 1.700 euro mensili).  Alcuni anni fa ha stipulato un mutuo di 120mila euro con una banca locale al fine di acquistare una casa per sé e per la propria famiglia. “Finalmente sono stato assunto a tempo indeterminato così ho acquistato casa”.

    Il finanziamento è stato fatto a tasso variabile: “In quel momento i tassi erano molto bassi – racconta – e facendo un mutuo a tasso variabile avevo una rata più bassa così da permettermi di prendere più soldi dalla banca”.

    “Purtroppo – prosegue – dopo la pandemia i tassi di interesse sono iniziati a salire vertiginosamente e la mia rata è passata, in 2 anni, da 410 euro a quasi 650 euro; inizio ad avere difficoltà a far quadrare i conti in famiglia”.

    E’ solo una delle tante storie di toscani che si sono visti impennare la rata del mutuo a tasso variabile. E la racconta la Fisac Cgil Toscana.

    “E’ evidente che la questione del rimborso delle rate dei mutui a tasso variabile sta diventando un problema per le famiglie. In regione i mutui a tasso variabile sono il 14,3% del totale”, afferma il segretario generale della Fisac Cgil Toscana, Paolo Cecchi.

    “Il giro di vite sui tassi impresso dalla Banca Centrale Europea – rimarca – che per consistenza e velocità è impressionante, sta iniziando ad avere effetti negativi anche sull’economia reale, sulle tasche di molti cittadini e sulle imprese, in specie quelle più piccole “.

    I dati ci dicono che nella nostra regione si assiste ad una progressiva decelerazione nella richiesta di nuovi mutui da parte delle famiglie e, addirittura, ad una diminuzione di nuovi finanziamenti da parte delle imprese.  

    “E’ evidente – prosegue la Fisac Cgil – che questa situazione avrà riflessi sull’andamento del Pil regionale per il 2023, già minato dal venir meno di alcune misure di sostegno governativo nonché – per il manifatturiero – dalle difficoltà di importazione di beni da paesi ad alto rischio da un punto di vista geopolitico”.

    “In proposito – viene evidenziato – le valutazioni pessimistiche svolte di recente dall’Ires Toscana sulla congiuntura toscana non possono che essere confermate”.

    “Peraltro – prosegue il sindacato – a livello nazionale i dati appaiono ulteriormente negativi, rispetto a quelli toscani, visto una decrescita maggiore nella domanda di nuovi finanziamenti da parte delle imprese (-6,2% a marzo) e una percentuale di mutui a tasso variabile più alta (stimati intorno al 35%). Pertanto, non stupisce che l’Istat certifichi il calo del Pil nazionale nel secondo trimestre al -0,3%”.

    “L’aumento delle rate dei mutui sulla casa può, nel medio termine, diventare insostenibile per le tasche di molte famiglie toscane – conclude Paolo Cecchi – In attesa di un cambiamento della politica monetaria della Bce, è necessario, da subito, un intervento della politica a partire ad esempio da una moratoria sui pagamenti delle rate dei finanziamenti per i più bisognosi”.

    A marzo 2023 la cifra complessiva cumulata delle rate non pagate dei mutui in Toscana dalle famiglie è vicina ai 400 milioni di euro (stime Fisac Cgil Toscana), “dato destinato purtroppo ad aumentare così come quello delle esecuzioni immobiliari” conclude la sigla sindacale.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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