FIRENZE – “In questi giorni di gran caldo afoso, tipico dei mesi estivi del fiorentino, ci sentiamo obbligati a rappresentare uno dei più pericolosi e insidiosi dei problemi che riguardano i lavoratori che rappresentiamo, cioè il colpo di calore”.
Lo dice la Fillea Cgil di Firenze, pensando a “coloro che svolgono attività lavorativa all’aperto come lavori stradali, idrici e del gas, per chi è sui tetti o sulle impalcature”.
Per loro, dice il sindacato, “si adottino misure di protezione adeguate (diversa organizzazione dei turni di lavoro, riposi all’ombra, dotazione di acqua) non escludendo, nei casi previsti, il ricorso alla cassa integrazione (così come si fa quando piove)”.
“Tanti lavoratori – rimarcano – preoccupati, ci segnalano situazioni di allarme e pericolo. Richiamiamo quindi tutte le imprese edili e non edili che hanno dipendenti esposti al rischio del colpo di calore ad adottare e rispettare le linee guida della Regione Toscana, che già aveva da parte sua riproposto il tema a fine maggio scorso”.
“La nostra attenzione al problema viene da lontano – rivendicano – ma solo negli ultimi anni si è raggiunto un accordo di tutela, che abbiamo visto applicare concretamente nei cantieri del Comune di Firenze per le linee 2 e 3 della Tramvia, accordo che giustamente viene ricordato ogni anno ma che a nostro avviso è ancora poco praticato”.
“Serve uno sforzo comune – conclude la Fillea Cgil di Firenze – affinché dalla teoria si arrivi ad una pratica consolidata che consenta agli addetti ai lavori delle costruzioni – che già di per sé sono a rischio, vista la pericolosità delle lavorazioni del settore delle costruzioni – di poter lavorare salvaguardando salute e sicurezza nel luogo di lavoro”.
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