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sabato 4 Maggio 2024
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    Allergie, l’allarme dei Medici Firenze: “Non solo primaverili, i cambiamenti climatici le prolungano” 

    Cipressi, graminacee, olivi e parietaria le prime responsabili. La dottoressa Donatella Macchia: "Le temperature fuori norma estendono il tempo di contrazione della malattia, oggi siamo sovraccarichi"

    FIRENZE – “Le allergie primaverili sono ormai molto più lunghe della stagione in sé, a causa dei cambiamenti climatici. Oggi ne soffre circa il 10-12% dei fiorentini e gli specialisti risultano sovraccarichi”.

    A dirlo, nel corso di un’intervista a Toscana Medica, è la dottoressa Donatella Macchia, direttore Struttura dipartimentale di Allergologia immunologia Clinica, Firenze – Empoli e impegnata quotidianamente al PO San Giovanni di Dio a Firenze.

    Il clima insolito rispetto alle temperature alle quali eravamo abituati ha fatto dischiudere molte fioriture già in inverno, determinando un incremento precoce delle forme allergiche per l’aumento del tempo di esposizione ai pollini.

    “Oltre a questo – rileva la dottoressa – è cruciale che i medici di base si adoperino per fare un filtro maggiore, intervenendo con una terapia adeguata ai primi sintomi, senza indirizzare subito le forme gestibili da uno specialista. Questa dinamica oggi allunga i tempi delle prenotazioni”.

    È fondamentale, insomma, considerare che ci si trova in presenza di una malattia infiammatoria e che, alla presenza dei primi sintomi, bisogna aderire alla terapia per scongiurare forme più gravi, come l’asma bronchiale.

    I pollini capaci di generare allergie sono quelli derivanti dall’albero del cipresso, dalle graminacee, dagli olivi e dalla parietaria, una pianta che prolifera sui muri vecchi. E i sintomi?

    “I più ricorrenti – prosegue la dottoressa Macchia – sono lacrimazione, prurito, starnuti, tosse, rinorrea. Nelle forme più acute si arriva all’oppressione toracica e all’asma”.

    Il primo passo per la diagnosi consiste nella prescrizione di esami del sangue da parte del medico di famiglia, per ricercare gli anticorpi che reagiscono alle proteine contenute nei pollini.

    La terapia più comune si fonda, invece, sull’uso di farmaci – sistemici e topici – come gli antistaminici, spesso associati a colliri, spray nasali e, nei casi più gravi, a spray per i bronchi.

    “Lo step successivo – prosegue ancora Macchia – è la visita dallo specialista. Dobbiamo considerare che la malattia allergica è cronica e, per questo, la terapia deve essere seguita scrupolosamente dai pazienti. Anche a fronte dell’incremento dei casi, non possiamo lasciarli soli”.

    “L’area fiorentina – aggiunge – è caratterizzata da un ambiente circostante collinare, ricco di piante che disperdono nell’aria i loro pollini ormai già prima dell’inizio della primavera e che, a causa dei cambiamenti climatici, si mantengono maggiormente in circolazione. Prima si individua la terapia corretta, prima si può stare meglio”.

    Fondamentale, ricorda la dottoressa, è quindi arrestare la marcia allergica: “Vale a dire – argomenta – che non possiamo permetterci di passare da una semplice tosse a patologie respiratorie più acute perché si sottovalutano i sintomi. E’ importante che il medico di base indichi, se necessario, una priorità sulla ricetta: solo così possiamo ridurre i tempi per i casi più acuti”.

    Oltre a questo, è necessario ricordare che i soggetti più colpiti da altre forme allergiche, come quella alimentare, sono proprio quelli che già soffrono di una allergia di tipo respiratorio.

    “Tra le emergenti – fa sapere – spicca quella per gli agrumi, in correlazione diretta con l’aumento dell’allergia ai pollini di cipresso e al loro persistere per mesi nell’aria”.

    Lo specialista verificherà quindi il livello della sintomatologia, personalizzando la terapia. La prevenzione resta sempre fortemente raccomandata.

    “Nel nostro sistema regionale – conclude la dottoressa – i vaccini per allergie da acari e graminacee sono gratuiti e semplici: possono essere assunti anche in compresse o in gocce. Di sicuro non ci sono scuse per chi sottovaluta questa malattia”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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