FIRENZE – Cinque anni e dieci mesi di reclusione e l'interdizione perpetua ai pubblici uffici. Inoltre, fra i dettagli della sentenza, è stato dichiarato inabilitato all'esercizio dell'impresa commerciale e incapace di esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per dieci anni.
E' la durissima condanna emessa oggi, giovedì 2 marzo, nell'Aula Bunker del Tribunale di Firenze, rispettando le richieste dei pm Luca Turco e Giuseppina Mione, a carico di Fabrizio Nucci, per molti anni direttore del settimanale Metropoli che, soprattutto con la sua edizione del Chianti, ha rappresentato a lungo un punto di riferimento nei nostri comuni.
Un giornale che a San Casciano, Tavarnelle, Barberino Val d'Elsa, Greve in Chianti, Impruneta, Bagno a Ripoli, Montespertoli, vendeva migliaia di copie ogni settimana.
La condanna è arrivata alla fine di un lungo processo che vedeva Nucci imputato come ex consigliere di amministrazione del Credito Cooperativo Fiorentino e come ex amministratore unico della Settemari, la società che editava Metropoli.
Le accuse sul versante del "crac" del CCF erano di bancarotta e associazione a delinquere (la seconda è caduta per tutti gli imputati); su quello del giornale di truffa ai danni dello Stato nell'ambito dei contributi pubblici all'editoria.
Un percorso giudiziario che ha riunito i due "filoni (banca e giornali, al pari di Metropoli era coinvolto anche Il Giornale della Toscana e la Ste, la società che lo editava) e anche mediatico, visto che fra le decine di imputati c'erano il senatore di Ala Denis Verdini (per lui una condanna a 9 anni a fronte di una richiesta di 11), il deputato di Ala Massimo Parisi (per lui due anni e sei mesi), i costruttori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei (5 anni e sei mesi). Su di loro, ovviamente, si è concentrata l'attenzione dei media.
Nelle pieghe della sentenza Nucci, al pari di altri, è stato condannato anche al risarcimento dei danni alla presidenza del consiglio dei ministri da liquidarsi in altra sede.
E al pagamento, sempre insieme ad altri imputati, di una provvisionale immediatamente esecutiva alla presidenza del Consiglio dei ministri da 2 milioni e mezzo di euro; al pagamento della costituzione come parte civile della presidenza del Consiglio dei ministri e di Banca d'Italia (40mila euro); ai danni nei confronti di Banca d'Italia (175mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva). Infine, è stata prevista la confisca di beni per oltre 4 milioni di euro in merito ai contributi alla Settemari del 2008 e 2009.
di Redazione
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