FIRENZE – Una presa di posizione molto circostanziata, netta. Dura.
E’ quella del governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, sul caso dei carabinieri di Piacenza che ha sconvolto tutta Italia. sui festini, le torture, i soldi.
“Le violenze e i soprusi nella caserma dei carabinieri di Piacenza sono fatti gravissimi – scrive Rossi – che devono essere perseguiti con rigore, accertando se ci siano responsabilitĂ , compiacenze e coperture”.
Ma, ammonisce, “nNon basta dire che si tratta di un caso isolato. Gli epidodi di sopraffazione e di torture da parte delle forze dell’ordine sono purtroppo ormai diversi e non ci si può esimere da una discussione politica seria e trasparente”.
“Il lavoro degli uomini a cui è affidata la nostra sicurezza – prosegue Rossi – è un lavoro duro, anche a rischio della vita, spesso poco riconosciuto e valorizzato in termini morali e economici”.
“In questa situazione – mette in guardia – il rischio che possa prodursi in alcuni casi una spaccatura drammatica con la correttezza e la legalitĂ nell’adempiere ai propri doveri è forte e può sfociare persino in comportamenti delittuosi”.
“La politica non deve alimentare questo rischio – riprende – sollecitando chiusure promettendo zone franche dal controllo della legalitĂ ”.
“La politica – incalza – deve investire nella formazione al rispetto della legge, nella valorizzazione anche economica dei lavoratori della sicurezza, nella dotazione di mezzi adeguati e moderni, nella trasparenza e nell’apertura”.
“Abbiamo bisogno – sollecita il presidente Rossi – di forze dell’ordine che sentano come prioritario dovere del loro lavoro in difesa dei cittadini il rispetto dei diritti umani e dei valori della Costituzione. Su questa base è bene che vengano valutate e premiate le loro azioni”.
“Lo spirito di corpo – conclude – si può esaltare solo nel rispetto dei principi della Costituzione e della legge”.
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