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lunedì 29 Aprile 2024
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    Il concorso: 15 pasticcerie e forni si sfidano per la “gara” a chi fa il miglior Pan di Ramerino

    Martedì 9 aprile alle ore 11 a Calenzano avrà luogo la seconda edizione del concorso gastronomico “Pan di Ramerino – Il Medioevo fiorentino”

    FIRENZE – Martedì 9 aprile alle ore 11, presso la pasticceria Vannino di Calenzano (via Vittorio Emanuele 213), avrà luogo la seconda edizione del concorso gastronomico “Pan di Ramerino – Il Medioevo fiorentino” a cui partecipano le migliori pasticcerie finaliste e forni dell’area metropolitana.

    Vincitore in carica del 2023 la Pasticceria Stefania di Firenze.

    Il concorso è organizzato da Festival delle Pasticcerie (Maurizio Melani, giornalista e docente) e da Casa della Nella (catering di tradizioni locali dello chef Massimo Cortini) che dal lontano 2005, in compagnia del giornalista Beppe Pirrone, ha creato i primi “pastry contest” a Firenze, legati alle tradizioni pasticcere locali.

    In particolare “La miglior schiacciata alla fiorentina” (13 edizioni svolte) e “La miglior schiacciata con l’uva” (7 edizioni). Poi sono arrivati “Il cantuccio classico”, “Lo zuccotto fiorentino”, “Il Budino di riso”.

    Festival delle Pasticcerie è uno storico contenitore di oltre 120 pasticcerie di Firenze, Prato e provincia col quale collaborano tutti i nomi storici e più conosciuti.

    Main sponsor di questo evento Carra Distribuzione spa, principale fornitore di materie prime per tutti i forni e pasticcerie toscane, Alleanza Assicurazioni, storica compagnia italiana da fine ‘800, e l’agenzia di comunicazione Wasisco.

    Tra i giurati anche la ditta Molino Angeli di Pietrasanta, eccellenza toscana e produttore storico di vari tipi di farine.

    CONCORRENTI E MODALITA’ DI SVOLGIMENTO

    Qui di seguito la lista completa dei finalisti suddivisa per comune di provenienza: Antico Caffè Torino, Antico Forno Fabbri, Forno All’Angolo, Forno Monducci, Forno Pugi, Pasticceria Cesare, Pasticceria Dolci Pensieri, Pasticceria Stefania (Firenze), Forno pasticceria Pandolce, Pasticceria Aquila (Scandicci), Pasticceria Fani, Pasticceria Malesci (Sesto Fiorentino), Caffè Patrizia (Campi Bisenzio), Pasticceria Gelli (Prato), Pasticceria Le Tentazioni (Empoli).

    La mattina stessa del concorso, i pani di ramerino dei forni-pasticcerie finalisti verranno portati nella location stabilita per le degustazioni.

    I membri della giuria – pasticceri, esperti mondo food e giornalisti – dovranno assaggiare in modo “coperto” un pezzo di ogni pagnotta non sapendo chi è il produttore e dando successivamente un voto 1-10. Chi avrà ottenuto il punteggio più alto sarà dichiarato vincitore.

    La giuria renderà note solo le prime tre posizioni.

    LA TRADIZIONE MEDIEVALE

    “Coll’olio, è arrivato il pan di ramerino: son tutto zibibbo e olio e perdono l’unto”.

    Era questo il grido dei venditori ambulanti che a inizio del secolo scorso giravano con le loro ceste piene di pan di ramerino: morbide e lucide pagnottelle realizzate con uvetta sultanina, olio evo e rosmarino (ramerino) appartenenti alla tradizione toscana dei pani dolci.

    Nato a Firenze in età Medievale (la parola “ramerino” risale al XIV secolo e di questa pianta erano piene le colline intorno alla città), si tratta di un pane “devozionale” (come ricorda il Petroni nel suo libro) ricco di simboli sacri e dai forti connotati religiosi.

    Già gli ingredienti sono fortemente simbolici: il rosmarino sin dall’antica Grecia è simbolo dell’immortalità dell’anima e nel Medioevo veniva considerato un amuleto scaccia spiriti maligni; l’uva rappresenta la comunione con Dio.  E poi c’è quel taglio a forma di croce praticato sulla superficie… .

    Legato tradizionalmente al periodo della Quaresima, si racconta che lo consumavano soprattutto i contadini che assistevano ai riti religiosi del Giovedì Santo.

    Solo a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, per via della grande richiesta, si è iniziato a produrlo tutto l’anno per lasciare spazio, tra agosto e settembre, a un altro pane dolce: la schiacciata con l’uva.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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