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giovedì 28 Marzo 2024
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    La Regione richiede 1,2 milioni per il 2023 per tutela e rilancio apicoltura toscana

    Verrà presentata al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e prevede una richiesta di risorse per il 2023 e per ogni anno successivo fino al 2027

    FIRENZE – Con una delibera presentata dalla vicepresidente e assessora all’agroalimentare, Stefania Saccardi, la giunta regionale ha approvato la proposta di sottoprogramma apistico regionale per il periodo 2023-2027 che si inserisce della programmazione della Politica agricola comunitaria 2023-2027.

    Verrà presentata al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e prevede una richiesta di risorse per il 2023 e per ogni anno successivo fino al 2027 di circa 1,2 milioni di euro all’anno.

    “Per prima cosa – spiega Saccardi – abbiamo disposto il finanziamento immediato delle azioni delle associazioni apistiche relativamente al periodo che va dal 1°agosto scorso alla fine di quest’anno”.

    “Si tratta di una misura molto attesa – precisa –  dagli operatori di un settore che per la Toscana rappresenta una ricchezza e che è portatore di una qualità che intendiamo tutelare e sviluppare quanto più possibile”.

    “Ci aiutano in questo sforzo – sottolinea – sia il sottoprogramma di qualità che i nostri uffici, che voglio ringraziare, hanno predisposto, sia la non irrilevante entità dei finanziamenti su cui potremmo contare e che, ne sono certa, i circa 2300 nostri piccoli e medi apicoltori che commercializzano la loro produzione, sapranno far fruttare al meglio”.

    Tra gli obiettivi del programma predisposto dalla Regione figurano quelli di accrescere la redditività delle aziende apistiche; promuovere l’orientamento al mercato delle aziende; promuovere i processi di integrazione e aggregazione delle imprese e dell’offerta.

    Favorire la tutela e valorizzazione della biodiversità animale e vegetale e della biodiversità naturale; sostenere e sviluppare l’agricoltura nelle aree con vincoli naturali; creare e sostenere l’occupazione e l’inclusione sociale nelle aree rurali; promuovere la conoscenza dei consumatori.

    “Crediamo che le nostre aziende – rilancia la vicepresidente – debbano e possano dedicare maggiore attenzione alla ricerca, all’utilizzo delle migliori tecnologie e alla digitalizzazione. Ma tra i nostri obiettivi fondamentali rispetto al quale i nostri operatori ci forniscono un contributo decisivo, c’è anche quello di non perdere biodiversità, preservando al tempo stesso gli habitat e i paesaggi”.

    “Insomma – conclude – il settore apistico è parte fondante e fondamentale della filiera toscana della qualità e merita tutta nostra attenzione e che ci preoccuperemo abbiano un sempre migliore accesso a tutte le informazioni in grado di aggiornare conduzione e metodi in uso nei loro allevamenti”.

    Per altre informazioni sull’apicoltura in Toscana è possibile collegarsi alla pagina dedicata sul sito della Regione, cioè a https://www.regione.toscana.it/7107

    I numeri e le caratteristiche dell’apicoltura toscana

    La maggior parte degli apicoltori toscani (4.742) produce per l’autoconsumo, mentre circa 2.300 (2.294) si dedica anche alla commercializzazione del miele.

    Gli apicoltori stanziali sono 5.145, mentre coloro che si dedicano anche al nomadismo sono 2.206.

    La specie largamente prevalente è l’apis mellifera ligustica, allevata da 6.676 apicoltori, seguita a grandissima distanza dalla carnica con 26 dalla siciliana con 2 e da altre specie con 284.

    La densità di apiari per chilometro quadrato in Toscana si attesta su 0,7, con una ripartizione abbastanza omogenea nelle tre macroaree corrispondenti ai territori della Aziende sanitarie: la sud est con 5.982 apiari, la nord ovest con 5.675 e la centro con 4.513.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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