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venerdì 17 Gennaio 2025
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    Polveri nell’aria: “Nota per i complottisti, è un fenomeno descritto già nei testi antichi, da Omero, Plutarco…”

    Dall'Osservatorio Astronomico dell'Università di Siena le spiegazioni sull'evento di questi giorni: "Informatevi prima di provocare e offendere tutti coloro che cercano, con competenza, di spiegare i fenomeni naturali"

    SIENA – “Quanto durerà questo cielo inquietante, fastidioso e carico di sabbia? Ce lo dicono le previsioni del satellite Copernicus, grazie al servizio di monitoraggio dell’atmosfera (CAMS, Copernicus Atmosphere Monitoring Service, qui)…”.

    Inizia così la spiegazione da parte dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Siena, del fenomeno al quale abbiamo assistito da qualche giorno. Le polveri saharaiane nell’aria, e quel cielo plumbeo, lattiginoso, a tratti giallo.

    Annunciato mercoledì 19 giugno anche dalle previsioni meteo del LAMMA (qui).

    “Dovremo sopportarlo anche oggi – dicono dall’Osservatorio Astronomico UniSi – ma da domani (sabato 22 giugno), cominciando dal nord, la sabbia sahariana dovrebbe lasciare i nostri cieli, come mostrano le immagini che abbiamo preparato”.

    “Nota per i complottisti delle scie chimiche e sabbiose – commentano, riferendosi a chi non ha perso occasione per riferire il fenomeno naturale a… chissà cosa – Siamo sotto un’immensa distesa di finissima sabbia del deserto portata dai venti in alta quota”.

    “Non date la colpa alle geoingegneria – riprendono – se non potete dimostrare quale geoingegneria può provocare un effetto che copre più dell’intera nostra nazione, esteso per oltre mezzo milione di chilometri quadrati”.

    “E’ un fenomeno già accaduto in passato – sottolineano dall’Osservatorio Astronomico dell’Università di Siena – descritto anche in testi antichi: Omero, Plutarco, Tito Livio, Plinio il Vecchio scrivono di cieli rossi e di piogge sabbiose”.

    “Nel 1807 – aggiungono – lo scienziato molfettese Giuseppe Maria Giovene, studiando i venti e la composizione delle polveri sabbiose, concluse che la sabbia provenisse dall’Africa”.

    “Tutti eventi – dicono ancora – osservati e descritti molto prima dell’invenzione degli aerei e della geoingegneria. Purtroppo ora accade sempre più di frequente, ma dare la colpa alla geoingegneria non aiuta a comprendere il problema”.

    “Non dite “com’è arrivata che non c’è vento?” – sottolineano ancora – perché il vento non è solo quello che sentiamo al livello del suolo”.

    “Informatevi – concludono – prima di provocare e offendere tutti coloro che cercano, con competenza, di spiegare i fenomeni naturali. Soprattutto smettetela di essere arrabbiati con noi, non c’entriamo nulla e quest’aria sabbiosa dà parecchia noia anche a noi”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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