FIRENZE – “Mettiti in buone mani”. E’ il titolo della campagna di informazione promossa dall’Ordine degli Psicologi della Toscana che intende sensibilizzare la collettività a rivolgersi allo psicologo professionista: no all’abusivismo professionale, affidarsi sempre ad una psicologa o ad uno psicologo iscritto all’Albo.
Una campagna che si articolerà dal 3 ottobre al 31 dicembre con passaggi su radio, giornali, tv, siti web e social network. Informazioni dettagliate sul sito: www.ordinepsicologitoscana.it.
Ritiro sociale, tristezza, incomprensione, sensazione di esclusione, isolamento, insonnia, ansia: tanti problemi che affliggono le persone per i quali possono chiedere aiuto agli psicologi, il consiglio, però, è quello di “mettersi nelle mani” di professionisti iscritti all’Ordine.
“E’ una campagna che intende far acquisire maggiore consapevolezza ai cittadini. Anche grazie al Bonus psicologo varato dal Governo e alla figura regionale dello psicologo di base, è un percorso che stiamo portando avanti perché il nostro ruolo sarà negli anni sempre più centrale” spiega Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana.
“La pandemia – prosegue – ha avuto effetti eclatanti sul benessere mentale. La richiesta di assistenza psicologica, dagli anziani agli adolescenti passando anche per i bambini, è aumentata in modo esponenziale. Ed ecco allora come sia importante promuovere il benessere psicologico delle persone, attraverso la promozione di competenze psicologiche. Bisogna, però, raccomandare alle persone di affidarsi a professionisti iscritti all’Ordine e non ad “apprendisti stregoni” privi di titoli. La salute mentale è un bene prezioso da proteggere”.
Testimonial della campagna è l’attrice Gaia Nanni, che ha realizzato un video: “Sono fiera di essere portavoce di una campagna così importante. Con questo video ci siamo proposti di scardinare i luoghi comuni e promuovere il benessere psicologico come valore fondante della qualità di vita”.
“Il sogno? Andare dallo psicologo con la stessa ovvietà con cui si va da un qualsiasi altro specialista – conclude Nanni – pensare che sia una possibilità di scelta e di cura per tutti, perché riguarda tutti. Ripartire da noi, dai nostri pensieri, dal nostro benessere”.
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