GREVE IN CHIANTI – Si moltiplicano le critiche all’istituzione della Ztl nel centro storico di Greve in Chianti. Che da alcune settimane caratterizza gli accessi a piazza Matteotti e al “Borgo”.
Ed è in particolare larga parte del mondo della ristorazione e del commercio a valutare negativamente la decisione presa dalla giunta guidata dal sindaco Paolo Sottani.
Critiche circostanziate arrivano da Rossella Rossi, titolare del ristorante-albergo Da Verrazzano in piazza Matteotti. Una “decana” del centro storico grevigiano, visto da chi lavora con visitatori e turisti.
“L’amministrazione comunale ha preso la sua decisione – inizia Rossi – ma Greve non è Siena, non è San Gimignano, non è Firenze. La piazza è bellissima, ma il più delle volte è deserta”.
“Stiamo lavorando molto meno – rincara – perché perdiamo tutto il passaggio. Spesso noi grevigiani pecchiamo un po’ di presunzione, si pensa che tutti ci conoscano, che conoscano la piazza. Ma non è così: chi ci si imbatteva per caso non lo fa più”.
“Soprattutto durante e dopo il Covid – specifica – con l’albergo abbiamo cominciato a lavorare anche sul passaggio. Magari con una clientela più anziana. Persone che rimanevano due-tre giorni, magari mangiavano al ristorante… . Noi lavoriamo con tutto: agenzie, web, ma anche la clientela di passaggio era importante”.
“Invece – rilancia – si è creata una situazione di chiusura della piazza, con il parcheggio in piazza della Resistenza chiuso per lavori, e quelli a pagamento con prezzi alti e fino a orari (le 23) che altrove non sono neanche presi in considerazione”.
“Ho anche clienti non giovanissimi che venivano a cena – rimarca ancora Rossi – e che senza poter accedere facilmente preferiscono non venire”.
Ci sono poi altri problemi, sul versante rifornimenti: “Tanti furgoni non riescono a portare le consegne entro le undici, magari sono furgoni con la catena del freddo. Sono costretti a lasciare i mezzi dove capita. Rischiando (e in alcuni casi prendendo) pure la multa”.
“Due anni di Covid, la guerra, la situazione economica, l’aumento dei costi delle materie prime – conclude Rossella Rossi con alcune domande inviate verso il palazzo comunale – era questo il momento di chiudere la piazza? Si poteva aspettare? Si poteva ragionarne meglio? Soprattutto con coloro sui quali queste decisioni vanno a incidere”.