GREVE IN CHIANTI – L’agricoltura più teconologica e all’avanguardia? È anche “made in Chianti”.
È qui, infatti, che è stata realizzata un’app innovativa, GranoScan, uno strumento che si avvale di sistemi di intelligenza artificiale per la diagnosi del grano.
Una soluzione tecnologica, questa, nata da un progetto del Cnr-Ibe, Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la BioEconomia ed il gruppo Barilla, con l’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “A. Faedo” (Cnr-Isti), e sviluppata da un giovane gruppo creativo di Greve in Chianti.
La programmazione e lo sviluppo grafico sono stati curati dai tre ragazzi che hanno fondato Yoo-No Lab, azienda di comunicazione e innovazione digitale con sede nel comune grevigiano e ha appena collaborato alla realizzazione dell’app legata alla filiera del grano. E non solo.
“Abbiamo già collaborato – parlare è Sara Burberi, ingegnere ambientale, comunicatrice digitale e cofondatrice di Yoo-No Lab – al supporto per la disseminazione e la comunicazione di DigiVit, viticoltura digitale in Toscana, un progetto di Cnr-Ibe finanziato da Regione Toscana, per diffondere buone pratiche di sostenibilità con l’utilizzo di nuovi strumenti per la viticoltura”.
“Abbiamo scelto di lavorare nel Chianti, per il Chianti – aggiunge – investendo sulle reciproche professionalità nel campo del digitale. Ci siamo incontrati, abbiamo parlato delle nostre esperienze e iniziato a collaborare creando poi un gruppo affiatato”.
L’obiettivo è mettere la tecnologia al servizio del nostro territorio, per creare e sviluppare prodotti, app e sistemi, che mantengano una forte attenzione all’etica e all’ecosostenibilità, e al tempo stesso supportino il territorio e le nostre colture, quindi l’economia.
“La pandemia – rilancia Burberi – ci ha spinti a impegnarci ancor di più nell’adozione della solidarietà digitale, cercando di supportare le piccole aziende e i liberi professionisti nel potenziamento della loro presenza sul web. Per questo ci interessano fortemente progetti che riguardano il nostro territorio”.
“Vogliamo che il divario tra le piccole imprese e il digitale sia abbattuto attraverso un percorso inverso – conclude – Per noi non sono le imprese a dover rincorrere la tecnologia, è il digitale a doversi mettere al servizio dell’agricoltura”.
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