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martedì 8 Ottobre 2024
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    Grazie al progetto “Adotta un amico a 4 zampe”, trovata una casa a (quasi) tutti

    Si chiamano Artù (in foto sopra) e Pepper. Sono gli ultimi due cani randagi rimasti sotto la responsabilità dell’amministrazione comunale di Greve in Chianti, alla fine di un percorso durato tre anni. All’inizio del quale i senza-casa erano ben 18.

     

    Nel 2009 però nasce il progetto “Adotta un amico a 4 zampe”, per la ferma volontà della giunta comunale (ben supportata dal corpo di polizia municipale) e con la collaborazione del canile U.N.A. di Poggibonsi.

     

    In pratica il Comune dà un contributo a chi adotta uno dei cani trovati nel suo territorio, per i quali non è stato possibile rintracciare un proprietario: per due anni viene corrisposta una cifra mensile a seconda dell’età del cane. Maggiore è l’età, maggiore è la cifra.

     

    “Il canile U.N.A. – ci spiega Ivano Inghilesi, dipendente comunale che segue da vicino tutta la trafila di pre-affido e di adozione finale, oltre alle fasi del ritrovamento dell’identificazione – è molto serio, che vuol vedere bene dove va a finire il cane. Alcune persone hanno usufruito dell’aiuto economico elargito dal Comune, altri hanno preferito farne a meno prendendosi però con sé l’animale”.

     

    A Greve in Chianti, così come in tutte le altre realtà locali, la situazione del randagismo è migliorata molto dal 2005, anno dell’entrata in vigore dell’obbligo di microchip. “Potendo metterlo tramite il proprio veterinario – sottolinea Inghilesi – anche per i proprietari è stato più semplice. Purtroppo però ogni tanto capitano cani che ne sono sprovvisti”.

     

    “Quando troviamo un cane randagio – spiega Inghilesi – avvisiamo la Asl di riferimento (quella di Figline Valdarno): abbiamo in dotazione un lettore per i microchip che applichiamo all’animale. Trasferiamo la lettura alla Asl che ci risponde con il nome del proprietario. Inoltre, presso il nostro cantiere comunale abbiamo un box adeguato per tenere il cane almeno per due giorni. Al caldo e rifornito di cibo. Se in quell’intervallo di tempo non troviamo il proprietario, allora lo mandiamo al canile U.N.A.”.

     

    Poi, parte tutta la trafila per trovare un padrone: che adesso riguarda solo tre rispetto ai diciotto iniziali? C’è nessuno che ha voglia di farsi avanti…?

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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