GREVE IN CHIANTI – “La triste vicenda del Cementificio di Testi è arrivata al suo epilogo: una storia iniziata ai primissimi anni del ‘900 termina con la chiusura dello stabilimento, fortunatamente con un accordo tra sindacati e azienda che dovrebbe garantire tutti i lavoratori”.
Inizia così la riflessione di Europa Verde Chianti, in seguito agli accordi fra sindacati e proprietà per la chiusura del cementificio di Testi.
# Cementificio Testi, i sindacati: “Date le circostanze l’accordo siglato è il migliore possibile”
“Va dato merito ai sindacati – proseguono – alle amministrazioni locali, alle istituzioni civiche ed anche religiose, ai cittadini ma soprattutto ai lavoratori stessi di aver lottato fino all’ultimo contro questa conclusione infausta”.
“La chiusura – ammettono – è una sconfitta sul piano del lavoro, ma non lo è sul piano sociale, perché ha evidenziato la capacità della struttura civile di mobilitarsi e ritrovarsi unita e solidale intorno alle persone e alle famiglie che vedevano essere messo in pericolo il loro futuro, lavorativo ma anche esistenziale”.
“Ora che si è costretti a voltare pagina – rilanciano – si impongono due priorità assolute: la qualità del lavoro per i dipendenti e la qualità ambientale per il sito dello stabilimento”.
“Per la prima – riflette Europa Verde – la traccia è già segnata dall’accordo, ma bisognerà che le forze politiche, le forze civili, le istituzioni sappiano tradurre queste linee di base in realtà: qualità del lavoro significa formazione qualificata, stipendi adeguati, diritti garantiti, prospettive certe”.
“Per la seconda – sottolineano – la qualità ambientale, il percorso è tutto da costruire, da pensare, da progettare”.
Europa Verde, nella sua articolazione locale del Chianti e regionale della Toscana, chiede due cose: “Che l’azienda metta a disposizione le risorse economiche per un progetto di recupero del sito; Che parta immediatamente una fase di riflessione sulla destinazione del sito, alla quale devono partecipare la Regione Toscana, le amministrazioni locali di Greve in Chianti e di San Casciano in primis e quelle dell’intero comprensorio e la società civile”.
“Europa Verde punta molto su quest’ultima presenza – continuano ancora – la società civile è insieme la destinataria e la fruitrice del territorio e crediamo quindi che abbia il diritto e il dovere di partecipare alla determinazione del suo utilizzo, trovandone le forme adeguate: percorso partecipativo, concorso di idee, consulta pubblica sul progetto o qualsiasi altro percorso che permetta una partecipazione reale e un’influenza concreta sulle decisioni finali”.
“L’obbiettivo – concludono – è che la riconversione del sito sia compiuta con la garanzia della massima qualità ambientale: bonifica, riqualificazione edilizia, disponibilità sociale del patrimonio, compatibilità con il territorio, qualità e quantità del verde”.
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