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giovedì 28 Marzo 2024
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    Feneal Uil: “Segnali inequivocabili sulla volontà di chiudere il cementificio di Testi”

    Giovanni Ciampi e Daniele Degl'Innocenti: "La Buzzi sta dando chiari segnali di voler chiudere lo stabilimento di Greve in Chianti, anche se i vertici continuano a negare l’evidenza"

    PASSO DEI PECORAI (GREVE IN CHIANTI) – Anche la Feneal Uil di Firenze (tramite Giovanni Ciampi e Daniele Degl’Innocenti), fa sentire la sua voce in merito alla situazione del cementificio del Passo dei Pecorai-Testi.

    E quelle che arrivano anche da questa “ala sindacale” sono notizie per niente buone.

    “Quando la multinazionale Buzzi Unicem – dicono Ciampi e Degl’Innocenti – quotata in borsa, ha deciso di acquistare il cementificio di Testi a Greve in Chianti, tutti noi, sindacati e dipendenti, abbiamo pensato che potesse essere la svolta decisiva dopo i periodi travagliati subiti dai lavoratori della fabbrica dall’inizio della crisi del settore”.

    “Passati di mano in mano da altri due gruppi di investitori e cementieri – ricordano – oltre a quello originale della famiglia Federici, ex proprietaria dello stabilimento Sacci, finalmente si presentava un grosso gruppo , già presente in Toscana da sempre con lo stabilimento di Settimello, trasformato dal 2010 da fabbrica a ciclo a caldo a solo centro di macinazione”.

    “Pensavamo – vanno a ritroso nel tempo – che potesse essere nelle intenzioni di Buzzi Unicem cominciare a produrre il clinker nella fabbrica di Testi, e smettere così di farsi portare il materiale da macinare a Settimello dal Lazio! Dalla fabbrica di Guidonia, distante qualche centinaio di chilometri, abbattendo così costi ed emissioni inquinanti dovute al trasporto su gomme”.

    “Considerato poi il fatto che il cementificio di Testi può utilizzare il CSS – sono ancora parole della Fneal Uil – derivato dai rifiuti solidi urbani, opportunamente trasformati per alimentare il forno. A livello ambientale i vantaggi sarebbero stati doppi!”.

    “Pare che non sia così – commentano venendo all’attualità – La Buzzi sta dando chiari segnali di voler chiudere lo stabilimento di Greve in Chianti, anche se i vertici continuano a negare l’evidenza”.

    “Il forno – sottolineano – è spento da mesi, i silos del clinker sono ormai stati svuotati; i clienti abituali che si fornivano da Testi vengono riforniti da altri stabilimenti della Buzzi, alcuni lavoratori sono stati distaccati in altri stabilimenti e con loro anche le attrezzature necessarie allo svolgimento del loro lavoro, sottraendole alla fabbrica di Testi”.

    “Chi è rimasto – fanno sapere – è in cassa integrazione per Covid. E parliamo dell’unico stabilimento Buzzi che sta usando questo tipo di ammortizzatore. Più volte abbiamo fatto presente ai tavoli con l’azienda, che in Toscana presto partiranno molte opere infrastrutturali che darebbero opportunità alla fabbrica di Testi di produrre il cemento necessario, ma le risposte non arrivano”.

    “Dunque – ricordano – in attesa del giorno in cui finiranno le settimane disponibili per cassa integrazione per Covid, i lavoratori hanno deciso di non subire più passivamente gli eventi. Da mesi hanno allestito un presidio permanete davanti al cementificio, giorno e notte, facendo volantinaggio e raccogliendo firme sensibilizzando sia la popolazione che le istituzioni”.

    “Se ne avete occasione, passate di là – concludono – Portate un piccolo sostegno a chi sta facendo grossi sacrifici per provare a mantenere il posto di lavoro!”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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