MONTEFIORALLE (GREVE IN CHIANTI) – La buona fede e la fiducia data a un amico sta portando alla disperazione una famiglia di Greve in Chianti: sullo sfondo un ritrovamento che potrebbe essere anche molto importante dal punto di vista archeologico.
Ecco i fatti: questa famiglia acquista un appezzamento di terreno agricolo nei pressi di Montefioralle. Una spesa notevole, ma che serve a passare in serenità gli anni della pensione a un lavoratore di 75 anni che per quaranta si è dato da fare onestamente lavorando in un’azienda.
Il primo ostacolo è superato ottenendo il permesso per fare un pozzo per attingere l’acqua: ma è da questo pozzo che inizia il calvario.
Ce lo racconta il proprietario che chiameremo con un nome di fantasia, Franco: "Un giorno è venuto a trovarmi un mio amico, residente a Greve. Avevo da poco aratro il campo con il trattore andando bene a fondo per poter fare la semina. In superficie vennero fuori alcuni mattoni, tanto che l’amico ritenne fossero particolarmente interessanti".
"Mi chiese così se poteva approfondire – prosegue – interpellando un esperto. In buona fede non feci opposizione alla sua richiesta, ma con una raccomandazione: "Ho necessità di fare la semina, se si tratta di dare un’occhiata e in quindici giorni di ricoprire il tutto guarda pure". Mi fu garantito che sarebbe stata un’ispezione da fare in pochi giorni. Tutto questo avvenne nel mese di giugno e come può vedere siamo a metà agosto e ancora non siamo a nulla".
Ci porta ai piedi dello scavo e naturalmente come tutti gli scavi archeologici si lavora con la massima cautela usando cazzuola, scopina e caldarella: "Sono già una ventina di giorni che qui non si vede più nessuno – prosegue il signor Franco – e se vanno avanti così lo sa quanto tempo ci vuole?".
"L’ultima promessa – dice – dietro le mie raccomandazioni è che il 15 settembre sarà ricoperto il tutto. Io me lo auguro perché sono arrivato al punto che non dormo più nemmeno la notte al pensiero di non poter lavorare su quel terreno acquistato con i sacrifici di una vita lavorando con onestà".
Noi non siamo in grado di dire quanto lo scavo sia importante, da quello che ci viene detto sembra che si tratti di un ritrovamento di una vecchia fornace etrusca (nelle foto sopra), ma saranno gli esperti a dirlo.
Certo è che abbiamo trovato il signor Franco avvilito per essersi sentito “tradito” da promesse non mantenute sui tempi. E che tutti i giorni guarda quel campo dove non può fare la semina che aveva già immaginato.
di Antonio Taddei
© RIPRODUZIONE RISERVATA