GREVE IN CHIANTI – Dopo un anno di servizio civile i ragazzi dell'Associazione Volontariato Grevigiano, Federico Forzinetti, Sara Gangemi, Lorenzo Mannucci e Alessio Mangiante, raccontano la loro esperienza tra servizi sociali e Emergenza 118.
Cos'è stato per voi il servizio civile?
Una bellissima opportunità per i giovani che vengono prima formati e poi chiamati a svolgere attività sociali e sanitarie sull'ambulanza. Superate le verifiche finali vengono rilasciati degli attestati nominativi da inserire nel proprio curriculum lavorativo.
Un'esperienza che consigliamo a tutti i ragazzi che hanno tra i 18 e i 29 anni poiché, non solo veniamo formati per salvare vite e per l'uso del Defibrillatore, ma serve anche ad imparare a lavorare e relazionarsi all'interno di una squadra. Un'esperienza di vita!
Cosa direste a chi è incerto nella scelta?
Tutti hanno la convinzione che il servizio di volontariato sia solamente l'Emergenza del 118 ma non è così…"A me dà noia il sangue", "Io mi impressiono a vedere gli incidenti, non potrei mai fare servizio come voi"… Queste sono le tipiche frasi che un volontario si sente dire dalla mattina alla sera. Il problema è che essere volontario non è solo questo.
Cosa vuol dire essere volontario?
Essere volontario è trovare un momento durante la giornata per staccare dalla routine quotidiana, è stare in sede fermi ad aspettare il fatidico suono della campana che ti annuncia una chiamata del 118 ma è anche partire con un mezzo per portare un anziano a fare una visita, è girare per Firenze sull'ambulanza e svolgere trasporti sociali, è vedere durante un servizio il sorriso di un uomo che ti stringe la mano e, con la poca voce che gli rimane, ti sussurra un grazie. Perché è quello il momento più bello: il Grazie, una semplice parola ma che ti gratifica e ti fa capire che poche ore del tuo tempo le hai utilizzate per regalare qualche istante di felicità a chi è meno fortunato.
Qualcosa da dire arrivati a fine di questo anno?
A nostro avviso il rimborso spese non è molto elevato (433,80 euro mensili) però questa pecca è compensata da numerosi aspetti positivi tra i quali la possibilità di un impiego annuale che permette al giovane di staccarsi momentaneamente dagli studi e poter così decidere con più calma cosa fare "da grande" (se immergersi subito nel mondo del lavoro o se frequentare l'università).
di Redazione
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