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lunedì 2 Dicembre 2024
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    Greve in Chianti, alcuni insegnanti dell’Istituto Comprensivo scrivono ai genitori: “Ecco perché scioperiamo”

    Astensione (di alcuni docenti) dal lavoro venerdì 29 novembre, testo affisso sulle bacheche scolastiche: "Condividiamo le nostre preoccupazioni sullo stato attuale e futuro dell'istruzione scolastica pubblica"

    GREVE IN CHIANTI – In merito al grande sciopero generale di domani, venerdì 29 novembre, riceviamo questa lettera inviataci da parte di alcuni insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Greve in Chianti. 

    Che hanno realizzato anche il disegno che vedete sotto.

    Siamo alcuni insegnanti dell’IC Greve in Chianti e abbiamo deciso, parallelamente alla scelta di aderire allo sciopero indetto per il 29 novembre, di condividere le nostre preoccupazioni sullo stato attuale e futuro dell’istruzione scolastica pubblica.

    Già da anni si percepiscono, sulla scuola, gli effetti di un progressivo smantellamento dello stato sociale, che si manifesta con disservizi e peggioramento della qualità dell’istruzione per alunni e famiglie e un aumento del carico di lavoro volontario e non retribuito per il personale docente e ATA, con conseguente stress e insoddisfazione nel lavoro svolto.

    La nuova manovra del governo, varata dal ministro Valditara, prevede infatti ulteriori tagli alla scuola, che trasformati in numeri significheranno 5.660 docenti e 2.174 ATA in meno, pari a una riduzione del turnover del 25%.

    Una scuola endemicamente sotto organico, dove sempre più spesso non si riesce a garantire le sostituzioni dei/delle docenti assenti, dove sotto silenzio si sta perdendo ogni possibilità di compresenza in classe fra docenti, risulta difficile immaginarla come uno strumento che dia la possibilità di un rilancio sociale, come dovrebbe essere. 

    Ci siamo stufati di sopperire alle crescenti mancanze, di fungere da tappabuchi “a chiamata”, di togliere crescente tempo alle nostre vite familiari e private: è arrivato il momento che le falle vengano a galla, anzi, straripino. 

    La nostra adesione allo sciopero non vuole essere un momento di scontro con le famiglie, creando un disservizio, ma al contrario un grido di richiesta di sostegno e complicità poiché, a rimetterci, sono soprattutto le splendide creature con cui abbiamo ogni giorno a che fare, cittadini/e del futuro.

    Perché, se è vero che ci muoviamo all’interno del mondo scuola, o meglio come è stato rinominato, del Ministero dell’Istruzione e del Merito, pensiamo sia giusto meritarci e rivendicarci una scuola migliore.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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