PANZANO IN CHIANTI – Il Teatro Politeama di Poggibonsi ospita sul proprio palcoscenico il macellaio panzanese Dario Cecchini, per ricordare Dante Alighieri a 700 anni dalla sua morte.
Un omaggio diverso, fuori dai canoni consueti, ma molto vicino alla tradizione toscana che dal Trecento è giunta fino a noi, dei contadini-cantori che si sfidavano in ottava rima e declamavano la Divina Commedia a memoria, sfidandosi fra loro.
Cecchini offre una versione autentica e popolare di un’opera divenuta patrimonio dell’umanitĂ , recitando “a braccio” il Canto V dell’Inferno, quello di Paolo e Francesca.
La perfomance sarĂ trasmessa sabato 10 aprile alle 21 in diretta sulla pagina Fb del teatro Politeama di Poggibonsi e su alcuni profili dedicati all’enogastronomia.
Fa parte del ciclo “PoliteamaONline” della stagione teatrale 2021, in attesa di poter iniziare con gli spettacoli dal vivo appena la normativa anti Covid lo permetterĂ .
“Mi ispiro ai nostri contadini che sapevano la Divina Commedia a memoria e si sfidavano improvvisando versi in ottava rima – spiega Cecchini – noi toscani siamo nati con la poesia nel sangue”.
Dario, proprio in omaggio a questa sua passione ha fondato molti anni fa l’Accademia dei Poeti in Volgare.
“Recitavamo i canti della Divina Commedia a memoria – spiega – e il gioco era riprendere da dove l’altro si interrompeva. Chi sbagliava, aveva perso. Ormai siamo rimasti in pochi però.”
Dario Cecchini ha iniziato a declamare Dante sul grande schermo giĂ alla metĂ degli anni ’90 quando dalla sua bottega chiudeva la rubrica Tg5 Gusto di Canale 5.
Il grande pubblico lo ha conosciuto così. Poi è diventato famoso in tutto il mondo con il funerale della bistecca, venti anni fa, quando fu messa al bando per fermare il morbo della “Mucca pazza”, la Bse (Bovine Spongiform Encephalopathy).
Doveva essere solo una goliardata fra amici, invece l’Agenzia Reuters rilanciò la notizia in tutto il mondo e Panzano fu invasa tv e giornalisti.
Proprio con questo spirito goliardico, Dario Cecchini, insieme all’amico Alberto Severi (giornalista e scrittore), ha messo a punto un repertorio scherzoso di “Commedie apocrife” e la seconda parte della diretta sarĂ dedicata alle loro rivisitazioni dei nobili versi in chiave comica.
Lui si definisce “una spremuta di Toscana”. E sicuramente dei toscani ha il gusto per l’ironia e la comicitĂ .
Oltre a declamare la Divina Commedia in macelleria, nei piĂą blasonati ristoranti del mondo, nelle feste di paese con gli amici e anche a teatro, ora si diverte a parafrasare anche l’Amleto di Shakespeare.
“To beef or not to beef, this is the question”, recita seriosamente quando porta in tavola la Bistecca Fiorentina, che lui chiama “Sua MaestĂ ”.
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