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martedì 16 Aprile 2024
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    Tre anni dopo l’addio torna a parlare l’ex presidente dell’Avg. E ne ha per tutti

    GREVE IN CHIANTI – E' stato zitto per tre anni: "Per il bene dell'Avg non ho fatto polemiche, non mi sono fatto vivo".

     

    Ma oggi Massimo Lai, presidente dell'Associazione di Volontariato Grevigiano dal 1996 al 2011, alla viglia dell'assemblea (venerdì 9 maggio) torna a prendere la parola.

     

    "Perché per dirla alla grevigiana – esordisce – a passare da bischero non ci sto. Sono stato zitto tre anni ma dopo le parole del presidente attuale, del cassiere, onestamente qualcosa mi sento di dirla".

     

    "Tre anni fa – ricostruisce Lai – io e il consiglio siamo stati fatti fuori, accusati di essere persone che facevano le cose con leggerezza, di aver fatto… senza aver scritto niente. Il fatto che oggi dicano le stesse cose che dicevo io tre anni fa, ovvero che c'era un credito importante nei confronti del Gruppo Insieme, da un lato mi fa piacere, dall'altro mi butta un po' giù".

     

    "Sono andati al "potere" per risolvere la situazione ed eliminare gli incapaci – prosegue Lai – mi sembra che in tre anni la situazione non sia migliorata, visto che dicono che l'associazione rischia di chiudere. E il problema è sempre lo stesso: il Gruppo Insieme non paga".

     

    "E questo mi dispiace ancora di più – rilancia – perché quando vennero fatte le operazioni il presidente del Gruppo era Paolo Sottani. Che era venuto in banca con me per il mutuo, che aveva visto tutta la documentazione: che lui dica che non c'era nulla di scritto e che il Gruppo Insieme nulla doveva… mi fa specie. Avrebbe dovuto dire come stavano le cose, tutelare le persone e l'associazione".

     

    "Invece oggi – dice ironico – si "scopre" che il Gruppo deve all'Avg 200mila euro. Ho parlato anche con il sindaco Alberto Bencistà in  questi giorni, per la prima volta dopo tre anni: la colpa che mi assumo è quella di non aver spiegato bene all'amministrazione comunale tutte le problematiche. D'altra parte la "colpa" del sindaco è stata quella di dare retta a fantomatici "amici" che lo hanno messo su indirizzi sbagliati".

     

    "Gli venne raccontato – rilancia Lai – che ero un dittatore, che ero la rovina dell'Avg, che si faceva solo quel che volevo io… . Il sindaco avrebbe potuto chiedermi dei chiarimenti, invece non fu così".

     

    Perché secondo Lai "l'operazione era nata bene, se tutti avessero pagato quel che dovevano e tutti avessero mantenuto le loro promesse, non ci sarebbero stati problemi. E l'Avg non si sarebbe trovata nelle difficoltà attuali. Quindici anni di presidenza significano sacrificio, costanza, rinunce. Vedere che per una scaramuccia, non so se politica o di potere, viene tutto calpestato dispiace: tre anni fa erano tutte fandonie, adesso dicono le stesse cose. Mi dispiace e dispiace a quelli che sono stati messi alla porta".

     

    E fa i nomi di coloro che, secondo lui, a quella porta lo accompagnarono: "I principali fautori di quell'avvicendamento furono il cassiere Paolo Checcucci e l'attuale presidente Stefano Trentanove con il quale ero amico fraterno. Questa è una cosa che ancora oggi mi addolora".

     

    "Se avessero fatto meglio – conclude Lai – se fossero stati capaci, se io avessi commesso delle colpe mi sarei levato tanto di cappello: così però mi sono sentito offeso e preso in giro. Non faccio politica, non voglio dare addosso a nessuno: parlo solo dell'Avg, della quale oggi sono un semplice socio. E ci tengo, come ci ho tenuto sempre".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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