SAN MICHELE (GREVE IN CHIANTI) – Grazie ad un complesso intervento di restauro che ha interessato la struttura architettonica e l’affresco situato al suo interno, la chiesa di San Michele Arcangelo, l’antico edificio che domina la Valle della Greve e del Valdarno dai monti del Chianti, è tornata a nuova vita.
Un intervento voluto, finanziato e realizzato dall’amministrazione comunale con un investimento pari a complessivi 250mila euro circa che ha reso possibile la rinascita di un luogo di comunità, uno spazio di fede che nel tempo ha acquisito lo spessore e il ruolo di punto di riferimento sociale e culturale per la cittadinanza di Greve in Chianti.
L’opera di restauro, articolata e durata quattro anni, ha interessato la copertura, le vetrate, il portone, le panche, l’intonaco e il gioiello artistico che custodisce da secoli, uno dei più rilevanti del Quattrocento toscano.
L’affresco della Madonna con Bambino e Santi, firmato dal maestro fiorentino Paolo Schiavo (1397-1478), allievo e collega di Masolino da Panicale.
L’intervento è promosso e finanziato dal Comune di Greve in Chianti in collaborazione con Regione Toscana, il Sistema Museale Chianti Valdarno con il supporto della Fondazione CR Firenze che ha contribuito ai lavori di restauro della copertura e degli interni, mentre si deve alla generosa donazione di un cittadino, Franco Maviglia, il restauro dell’affresco del pittore fiorentino.
L’intervento è stato realizzato in accordo con la Soprintendenza, coordinato dalle funzionarie la storica dell’arte Anna Floridia, l’architetta Ilaria Gigliosi e inizialmente seguito dalla storica dell’arte Maria Maugeri.
Storia, tutela e valorizzazione del bene culturale si intrecciano peraltro in una pubblicazione, presentata domenica in occasione della cerimonia di inaugurazione della riapertura della chiesa, che descrive gli interventi realizzati e contiene un approfondimento inedito sulla figura di San Michele Arcangelo e nello specifico sull’affresco presente all’interno dell’edificio religioso.
Il volume “La chiesa di San Michele Arcangelo agli alti Monti a Greve in Chianti” è a cura di Maria Maugeri con i saggi di Ottaviano Caruso, Maria Maugeri, Andrea Gigliotti e Andrea Garuglieri del Gruppo San Michele GEV del Chianti e Isabella Tronconi che ha realizzato un dettagliato studio sull’affresco e sulla figura del pittore.
In occasione del taglio del nastro, condiviso con il presidente della Regione Toscana, l’assessore ai lavori pubblici e l’assessora alla cultura del Comune di Greve in Chianti, il sindaco Paolo Sottani ha evidenziato che “l’intervento si inquadra in un più ampio progetto di riqualificazione dell’intero complesso di Villa San Michele”.
L’obiettivo è quello di restituire alla comunità un luogo di alto valore identitario e culturale.
Per il primo cittadino di Greve in Chianti “non si tratta soltanto di un atto di conservazione e di tutela di un bene comune, ma di un gesto di responsabilità verso la memoria collettiva”.
La chiesa, le cui antiche origini sono ancora in fase di valutazione, modificata e ampliata con successivi rimaneggiamenti che si sono susseguiti tra l’Ottocento e il Novecento, è di proprietà comunale dagli anni ’70 e torna a vivere come spazio in cui la bellezza, la riflessione e l’appartenenza al territorio si fondono per offrire alla comunità nuove opportunità di conoscenza e fruizione del patrimonio culturale e ambientale dei Monti del Chianti.
Il sindaco ha fatto sapere, inoltre, che “la chiesa di San Michele Arcangelo è destinata a rappresentare un fulcro turistico-culturale per l’attivazione di una nuova rete sentieristica dedicata al Cammino della Cresta dell’Angelo nell’intento di raccontare la storia di San Michele e i suoi preziosi tesori”.
All’iniziativa inaugurale, allietata dall’intrattenimento musicale dell’Orchestra da Camera di Greve in Chianti, hanno preso parte numerosi cittadini e cittadine che hanno seguito con grande interesse e attenzione la conferenza sul progetto di restauro, allestita nei locali dell’adiacente complesso di Villa San Michele, di proprietà comunale.
L’opera di restauro per la parte artistica e architettonica è stata realizzata da Manola Bernini, Giovanni Calamandrei, Daniele Angellotto, Giuseppe Niccoli e i fratelli, Renzo e Nemo Niccoli.
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