GREVE IN CHIANTI – Bruttissima esperienza per un grevigiano che, nel tardo pomerigigo di martedì 28 giugno è stato rapinato, sotto la minaccia di un coltello, lungo la provincale che da Greve in Chianti porta verso Chiocchio e Strada in Chianti.
E' lui stesso, chiedendoci di mantenere l'anonimato, a raccontarci tutto: "Stavo guidando lungo la provinciale, avevo da poco passato Vicchiomaggio e procedevo in direzione Chiocchio-Strada in Chianti. Erano circa le 19.30".
Davanti a lui viaggia un'Audi station wagon grigia, del 2006: "A un certo punto frena bruscamente, e io faccio lo stesso, fermandomi a circa un metro, un metro e mezzo. Il conducente è sceso ed ha iniziato a inveire, urlando se mi ero accorto di cosa avessi fatto, che gli avevo rovinato l'auto".
Il grevigiano, sorpreso ma sicuro di non aver nemmeno sfiorato l'Audi, scende a controllare: "Ho detto che non l'avevo neanche toccato, alzando anch'io un po' la voce".
A quel punto dall'auto scendono altri due uomini (il grevigiano li descriverà ai carabinieri di Greve in Chianti, presso i quali ha sporto denuncia, con accento dell'est Europa, uno con i capelli biondi, due con i capelli scuri): "E quello che era sceso per primo, il conducente, tira fuori un coltello e me lo sventola davanti. Dicendo di star fermo e non muovermi".
Il grevigiano, intelligentemente, si zittisce: "Gli altri due si sono diretti in un lampo verso la mia auto, hanno tolto il portafoglio dal marsupio che avevo sul sedile del passeggero, hanno preso 200 euro in contanti. Per assurdo hanno pure rimesso… il portafoglio a posto".
Così, mentre l'uomo rimane fermo sotto la minaccia del coltello, i due salgono sull'Audi. Sale anche il conducente e scappano: "Per sfortuna – conclude – non è passato nessuno lungo la strada. E io, nella concitazione, sono riuscito solo a prendere una parte del numero di targa".
Una storia che poteva finire decisamente peggio: occhio quindi, l'auto da tenere d'occhio (e magari se la si nota chiamare immediatamente i carabinieri) è un'Audi station wagon del 2006.
di Matteo Pucci
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