Alla fine qualche militante ha anche detto di averlo visto stanco: sarebbe stupefacente il contrario, visto che l'ora passata da Matteo Renzi alla casa del popolo di Greve in Chianti sabato 24 novembre rappresentava la penultima tappa di un tour iniziato due mesi e mezzo fa a Verona.
Anche a Greve è arrivato in camper, con qualche minuto di ritardo, mentre aveva appena finito di girare per il paese il calesse allestito dal comitato per Bersani con la gigantografia del segretario nazionale del Partito democratico.
Ad accoglierlo circa 400 persone: piena fino all'orlo la sala interna, in molti lo hanno ascoltato anche davanti al maxischermo allestito sulla terrazza del circolo: certo, vedere e sentire Renzi in una delle case del popolo storiche del Chianti e di tutta la provincia di Firenze… . In platea tanti giovani ma anche tante persone più avanti negli anni, che il "rottamatore" ha cercato di rassicurare in tutti i modi: "Siete quelli che ci avete rimesso in piedi dopo la guerra, che hanno risparmiato per noi. Ci avete dato tanto, forse anche troppo. Adesso fidatevi dei vostri figli e lasciateli governare".
Fra le facce note spiccava quella del gran consigliere Marco Carrai, venuto nella "sua" Greve in Chianti il giorno prima di un voto storico per l'amico Matteo. I tanti sostenitori grevigiani, a partire dal vicesindaco Paolo Sottani, dal capogruppo di maggioranza in consiglio comunale Lorenzo Lotti, il presidente della casa del popolo Massimo Sieni. E ancora il vicesindaco di San Casciano Luciano Bencini ("Non sono renziano ma stavolta voto Renzi)", l'ex sindaco di Greve in Chianti Paolo Saturnini, l'ex assessore (oggi in consiglio comunale all'opposizione) Tiziano Allodoli. Un altro consigliere di opposizione, Giuliano Sottani.
"Sono venuto a Greve – ha esordito Renzi – per mantenere una promessa. Avevamo "bidonato" la Festa del Pd e ci sentivamo in obbligo, quindi eccoci qui".
Poi, mezz'ora abbondante di discorso: passando dall'abolizione dei vitalizi al ruolo della donna nel mondo lavorativo iitaliano, dal concetto di rottamazione al suo rapporto con il Pd e con il mondo della finanza. Fra battute, aneddoti, ricordi del nonno e la foto con le due nonne pubblicate nei giorni scorsi su Oggi ("Una adesso ci ha preso gusto, mi chiede quando facciamo la prossima copertina").
Infine l'ultimo appello al voto, mettendo anche le mani avanti su una possibile sconfitta: "Quello che a Verona sembrava impossibile può diventare realtà. Io quello che potevo fare l'ho fatto: adesso tocca a noi. Se vi va di darci una mano anche da Greve bene. Altrimenti io non farò mai come loro: se perdo le primarie non accetto nessun premio di consolazione. In passato chi ha perso si è piazzato. Io no".
di Redazione
© RIPRODUZIONE RISERVATA