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venerdì 19 Aprile 2024
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    Slow Road, il design dei giovani studenti valorizza e rilancia il cotto tradizionale

    La forza dell'innovazione per un progetto di rilancio economico e turistico del Chianti. Che nasce a Greve

    GREVE IN CHIANTI – Quando un giovane creativo affonda le mani nella storia e nella cultura del Chianti trova la chiave per valorizzare il lavoro e dare nuova linfa all’attività di promozione culturale e turistica del territorio.

     

    Le idee e la progettualità di un gruppo di studenti della Facoltà di Architettura Sezione Design di Firenze rilanciano sei aziende del cotto del Chianti.

     

    Sedute a forma di fiasco e calice, lucciole luminose, aree gioco per bambini, borghi in miniatura, forme geometriche in cotto e corten, piani d’appoggio componibili caratterizzati dall’abbinamento cotto-acciaio, oggetti di design che diventano espressione e linguaggi dell’arte contemporanea.

     

    Sono queste alcune delle proposte elaborate dagli studenti e selezionate per la realizzazione del progetto pilota Slow Road, promosso dal Comune di Greve in Chianti, nato da un’idea di Duccio Trassinelli e Demetria Verduci della Macina di San Cresci, in collaborazione con il seminario Università di Firenze Design Campus e il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di Impruneta – Banco Fiorentino.

     

    Slow Road, le finalità del progetto

     

    Il progetto mira alla realizzazione dell’anello di Montefioralle, un percorso artistico e turistico integrato sul territorio chiantigiano, dotato di aree relax, spazi gioco e punti panoramici, rivolti a turisti e famiglie, attraverso la creazione di una nuova collaborazione e un intervento inedito di valorizzazione del sistema produttivo legato all’artigianalità tipica toscana.

     

    Gli obiettivi di Slow Road sono molteplici e intrecciano settori differenti: valorizzare il territorio mediante interventi di arte contemporanea, formare i giovani e avvicinarli al mondo del lavoro, potenziare le attività produttive e incrementare la fruibilità dei percorsi e le potenzialità promozionali-turistiche.

     

    L’obiettivo formativo: delle idee dei giovani studenti alla realizzazione dei manufatti

     

    Il talento dei giovani studenti universitari, coinvolti nel progetto, potrà offrire un nuovo volano di sviluppo creativo al bisogno del cotto di essere innovato e inserito in nuovi canali di promozione e marketing. L’uno al servizio dell’altro: giovani menti che aiutano e stimolano i processi produttivi del comparto del cotto.

     

    Grazie alla collaborazione attivata con la Scuola di Architettura e il Corso di laurea magistrale Design, il progetto ha acquisito un’importante funzione formativa. Gli studenti, coordinati dal professor Giuseppe Lotti che ha incentrato i temi e contenuti di un intero seminario con tanto di esame e votazione finale sugli obiettivi dell’iniziativa, si sono sperimentati sulla progettazione finalizzata alla realizzazione delle opere, aperte e vivibili, che usciranno dalle fornaci delle aziende del cotto coinvolte in quanto manufatti artigianali. Pezzi unici, funzionali, innovativi, artistici.

     

    L’obiettivo economico: offrire una proiezione contemporanea al mondo del cotto

     

    L’arte del design che produce emozioni del bello e scaturisce dal desiderio di vivere a pieno uno spazio ambientale si traduce in uno strumento finalizzato a dare risposte e prospettive economiche. Arte per essere usata.

     

    La creazione di opere di design si pone l’intento di valorizzare un materiale che rappresenta le radici e l’identità della cultura e dell’economia toscana. Il cotto, materiale che sin dall’antichità possiede caratteristiche di malleabilità e plasmabilità, potrà trovare una nuova vita nel design innovativo di Slow Road.

     

    Una veste country che permetterà al cotto di identificarsi in forme inedite, affacciarsi sulla piazza di nuovi mercati interessati ai linguaggi contemporanei. Le aziende che avranno un ruolo da protagonista nel progetto, impegnate nella realizzazione delle creazioni di design selezionate, sono sei e operano nei territori di Greve in Chianti e Impruneta: Enzo Zago Terrecotte Artistiche, Cotto Manetti, Mital, Terrecotte artistiche Fornace Masini, Terrecotte Arte Nova, Terrecotte Ricceri.

     

    “Il valore del progetto – sono le parole del sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani –  risiede nel suo carattere multidisciplinare e nell’obiettivo ambizioso di intrecciare arte, sviluppo sostenibile e promozione turistica lungo l’anello di Montefioralle".

     

    "Per il Comune di Greve – prosegue – il progetto ha l’importante compito di dare avvio ad un piano di interventi sul territorio con il quale intendiamo potenziare la rete sentieristica del Chianti e qualificare l’offerta culturale legata al turismo escursionistico; sono sempre più consistenti i flussi di visitatori che scelgono di esplorare il nostro territorio percorrendolo a piedi, all’aperto nell’ottica di una estesa condivisione di esperienze con l’ambiente, il territorio, i cittadini".

     

    "Slow Road ha un grande pregio – conclude – che è quello di aver messo due generazioni, e non solo per età, a confronto, di offrire agli studenti la possibilità di interagire e dialogare con il tessuto produttivo locale. Credo che i risvolti di questa bella idea possano rivelarsi positivi sul piano economico e sociale con un potenziale aumento delle presenze turistiche ed eventuali ricadute sul fronte ricettivo e commerciale”.

     

    L’anello che costituisce il percorso unisce luoghi di grande interesse dal punto di vista paesaggistico, architettonico e storico-artistico.

     

    Si tratta di Greve in Chianti, cuore del territorio con la piazza del mercatale, il Museo di San Francesco, antico ospizio francescano e museo civico all’interno del quale è custodito un ricco patrimonio artistico caratterizzato da un’importante collezione di tesori d’arte medievale, rinascimentale e contemporanea, dove è in fase di allestimento peraltro una nuova sezione dedicata all’arte etrusca, Montefioralle, borgo medievale tra i più belli della penisola, San Cresci, sito noto per la presenza di una pieve di origine romanica e Zano dove è situata una villa storica e la cappella annessa.

     

    “In uno dei più pregiati anfiteatri naturali del Chianti che si snoda attraverso un percorso di otto chilometri costituito da quattro tappe – spiegano gli ideatori Duccio Trassinelli e Demetria Verduci della Macina di San Cresci, associazione culturale e residenza internazionale per artisti – il Museo di San Francesco, Montefioralle, San Cresci e Zano, l’intento è quello di realizzare alcune aree relax destinate ai visitatori arricchite dal segno proprio della tradizione e della artigianalità chiantigiana: il cotto”.

     

    Non il semplice vaso che orna e decora il paesaggio ma un oggetto destinato a diventare arte pret à porter, utile, bella, poetica e funzionale, pronta per essere usata.

     

    “Con Slow Road – proseguono gli ideatori – l’anello di Montefioralle diventerà un percorso museale all’aperto in cui gli elementi d’arte si mescolano a quello che è il piacere di vivere l’ambiente naturale, l’itinerario sarà in grado di dare una doppia risposta: all’imprenditore, coinvolto nella realizzazione degli oggetti delle aree relax e al turista, invitato ad esplorare da una nuova angolazione il paesaggio e la natura che caratterizzano alcune delle colline più incantevoli del Chianti”.

     

    Per l’assessore alla cultura del Comune di Greve Lorenzo Lotti “il progetto ha considerevoli potenzialità culturali e turistiche perché, oltre ad accrescere la fruibilità dei percorsi a livello nazionale e internazionale, educa al rispetto e alla cura dei luoghi pubblici e valorizza l’identità di un materiale, come la terracotta, attraverso un design innovativo”.

     

    Slow Road si comporrà della realizzazione di una mappa cartacea con la localizzazione degli atelier degli artisti già presenti lungo il percorso.

     

    Il progetto, che sarà realizzato nel corso del 2017, si avvale della collaborazione dell’Università degli Studi di Firenze Design Campus.

     

    “Il valore aggiunto dell'iniziativa è racchiuso nel tema della continuità – rileva Alessandro Vincenzo Legnante, presidente del Corso di Laurea Magistrale Design, nonché presidente della Scuola di Architettura di Firenze – c’è un filo rosso che unisce la formazione e le attività produttive del territorio, la scuola e la dimensione del lavoro. Il percorso formativo effettuato con gli studenti, iniziato lo scorso ottobre, non solo ha portato a risultati didattici concreti ma consentirà di implementare il patrimonio del territorio attraverso la progettualità del sistema aziendale”.

     

    I progetti degli studenti

     

    Tra i progetti presentati dagli studenti, una ventina complessivamente, sono state selezionate le seguenti proposte.

     

    CRISTINA DE ALFIERI: Elementi componibili dimensionati diversamente. I moduli possono essere posizionati singolarmente o accerchiati in modo da rispondere alle esigenze delle aree relax. I segni sui diversi moduli rappresentano gli strumenti e gli utensili dei contadini, le tracce che hanno modellato il territorio.

     

    DEBORA MIRABELLI: Progettazione di forme geometriche con interessante abbinamento dei materiali cotto e corten (acciaio rugginoso). Il sistema si presenta particolarmente versatile e utilizzabile sia per piani d’appoggio e sedute, sia per una definizione di segnaletica componibile.

     

    ANGELO IANNOTTA: Utilizza il cotto per rispondere all’esigenza di illuminazione, sia nelle aree relax che sul percorso. In fase successiva il progetto sarà meglio definito utilizzando le nuove tecnologie a led e le cellule fotovoltaiche.

     

    ROBERTA OLIVEIRA: Presenta una serie di moduli in cotto componibili in cui sono presenti anche elementi di erogazione dell’acqua. Tali moduli formalmente rappresentano un agglomerato di edifici che in lontananza possono ricordare il borgo di Montefioralle. Il sistema risulta particolarmente fruibile in un gioco di alti e bassi che svolgono le funzioni di sedute e piani d’appoggio occasionali.

     

    LETICIA PRADO: Lo stimolo formale nasce dal gioco della campana e dà vita ad una serie di volumi che si integrano nel paesaggio.

     

    JESSICA STAGNITTA: Sviluppa l’idea di sedute e piani d’appoggio, integrando cotto e legno, e ricordando le forme tradizionali del fiasco e del calice.

     

    RACHELE NENCIONI: Propone superfici e piani d’appoggio in cotto supportati da elementi metallici, componibili e la cui caratteristica è quella di ricordare nella texture le fasi di lavorazione del cotto.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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