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sabato 20 Aprile 2024
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    “Troppo pericoloso per mia figlia andare a scuola insieme a tanti bimbi non vaccinati”

    La storia di Lia, di Greve, per la quale i vaccini sono un rischio, fa discutere: abbiamo incontrato la mamma

    GREVE IN CHIANTI – A scuola, a parte brevi periodi di assenza, ci va regolarmente fin dall'inizio dell'anno scolastico, nonostante l'immunodeficienza con la quale convive dal 2011 a seguito di una encefalite la esponga più di altri bambini al contagio di malattie.

     

    Per Lia, una bimba di sei anni di Greve in Chianti, anche vaccinarsi può essere un rischio, la cui entità deve essere valutata a seconda del livello di linfociti “cd4” presenti nel suo sangue.

     

    Proprio ieri i suoi genitori hanno deciso di farle il “richiamo” del vaccino contro morbillo, varicella, parotite e rosolia, e sebbene il quadro non fosse ottimale, i medici del Meyer che da ormai quattro anni seguono Lia come angeli custodi hanno dato il via libera per evitare situazioni ancora più serie.

     

    Nella sua classe, infatti, una prima elementare della scuola “Domenico Giuliotti” di Greve, ben otto bambini su diciotto non sono vaccinati: un contesto davvero rischioso, al quale però la scuola non ha trovato una soluzione se non quella di suggerire per la bambina la possibilità di proseguire gli studi a casa.

     

    Lo racconta la madre Corinna Verniani, che lo scenario di una educazione “a domicilio” non vuole prenderlo neanche in considerazione; sia perché Lia è perfettamente sana sia perché, dice al Gazzettino del Chianti, “non è giusto che chi si comporta in maniera civile seguendo tutte le prescrizioni necessarie a garantire la salute dei propri figli, debba rimetterci al posto di chi non fa altrettanto”.

     

    Da qualche ora il caso di Lia è sotto i riflettori, con la stampa locale e nazionale (ma anche la politica) che si stanno interessando alla vicenda: “E' da quando Lia va all'asilo che ho sollevato la questione dei bambini non vaccinati, ma non è successo niente. Anzi, più di una volta ho trovato nei pressi della scuola anche i volantini dell'associazione Comilva, quelli che dicono che i vaccini causano l'autismo”.

     

    Corinna racconta di avere interessato fin da subito la preside Antonella Zucchelli, la quale però le ha sempre detto di non poter fare granché, indicandole appunto la soluzione dell'istruzione in sede privata.

     

    “E' vero – spiega ancora la madre – che mia figlia fa una vita normale e che frequenta luoghi in cui ci sono altri bambini che potrebbero non essere vaccinati, ma stare in aula tutti i giorni con un numero così alto di bambini non vaccinati la espone a rischi maggiori. Non è un caso che non la mando in piscina, né le faccio praticare uno sport, non posso fare altrimenti anche se mi dispiace”.

     

    La storia di Lia ha conosciuto la ribalta grazie a un tweet che Corinna ha inviato alla trasmissione televisiva di Rai Tre “Presa diretta”, durante la puntata del 10 gennaio scorso dedicata proprio ai vaccini.

     

    Da allora molti giornalisti si sono interessati  alla vicenda, in un crescendo di clamore del quale Corinna si dice “francamente contenta, perché è l'ora che qualcosa cambi”.

     

    Commenta la vicenda anche l'assessore allapubblica istruzione del comune di Greve, Maria Grazia Esposito, che ribadisce l'impegno dell'amministrazione a garantire il diritto allo studio della bambina.

     

    “Siamo consapevoli dell'importanza e della complessiva del tema delle vaccinazioni soprattutto in ambito scolastico – dice Esposito – Un argomento che abbiamo affrontato anche alcuni mesi fa creando un'occasione, peraltro seguitissima, di informazione e conoscenza rivolta alle famiglie; ripeteremo a breve con ulteriori incontri aperti alla cittadinanza finalizzati a costruire un confronto tra il fronte del si e quello del no, ci preme che i cittadini siano prima di tutto opportunamente informati”.

     

    di Matteo Morandini

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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