PANZANO (GREVE IN CHIANTI) – “Ridotta invalida, preferì la morte – In memoria della bistecca alla Fiorentina, scomparsa prematuramente il 31 marzso 2001”.
La targa in marmo inizia a essere un po’ scolorita all’ingresso della Macelleria Cecchini, a Panzano in Chianti.
Del resto sono 20 anni tondi tondi che fa bella mostra di sé: era il 31 marzo 2001 infatti quando Dario Cecchini organizzò nel borgo chiantigiano il “Funerale della Bistecca”.
E fu, semplicemente, una trovata geniale. Oltre che una occasione di beneficenza a favore dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
Si può dire che in gran parte iniziò da lì la lunga cavalcata di Dario Cecchini che, da fenomeno locale, è diventato un fenomeno mondiale. Il tutto, però, mantenendo sempre salde le radici panzanesi.
A ricordare quella data, questo anniversario così particolare (dalla Mucca Pazza… al Covid verrebbe di dire) è la stessa macelleria panzanese.
“Fine estate dell’anno 2000 – ricordano – i media lanciano un allarme spaventoso: c’è un morbo letale che minaccia i bovini, e quindi gli uomini che di quelle carni si cibano: la Mucca Pazza!”.
“I macellai – proseguono – peggio degli “untori” di manzoniana memoria, sono in affanno. Polemiche, proteste, scadenze fissate e poi prorogate, accuse, prese di posizione. Il Ministero della Sanità fissa al 31 marzo 2001 l’eliminazione della colonna vertebrale, quindi niente più bistecca”.
Dario Cecchini annuncia: “Il 31 marzo, ultimo giorno di vendita, farò il Funerale della Bistecca Fiorentina. Sarà un funerale in piena regola e le ultime bistecche saranno messe all’Asta a beneficio dell’Ospedale Pediatrico Meyer. Sarà un saluto in chiave amaro-ironica per sdrammatizzare una situazione a dir poco spinosa”.
“Il Funerale della Bistecca – rammentano – fu un modo per vedere e fare del bene in una situazione a dir poco disastrosa”.
“Oggi – conclude lo stesso Cecchini – esattamente vent’anni dopo l’evento, mi frulla il testa quello che diceva un grande poeta fiorentino: Quant’è bella giovinezza / che si fugge tuttavia / chi vuol esser lieto sia/ nel doman non v’è… bistecca!”.
Dopo la reintroduzione della bistecca alla fiorentina, sotto la targa “funebre” è stata collocata quella della rinascita, con uno scritto del giornalista del TGR regionale toscano, Alberto Severi: “Le mie preghiere alfin furono accolte, torna la fiorentina e ben ci azzecca, invalida morì, visse due volte, e infatti il nome suo com’è… bistecca!”.