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venerdì 19 Aprile 2024
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    Venti anni fa il “Funerale della Bistecca” organizzato a Panzano in Chianti da Dario Cecchini

    Era il 31 marzo 2001 quando nel borgo chiantigiano si "batterono" all'asta gli ultimi tagli (con beneficenza al Meyer) prima del divieto Mucca Pazza. Il ricordo

    PANZANO (GREVE IN CHIANTI) – “Ridotta invalida, preferì la morte – In memoria della bistecca alla Fiorentina, scomparsa prematuramente il 31 marzso 2001”.

    La targa in marmo inizia a essere un po’ scolorita all’ingresso della Macelleria Cecchini, a Panzano in Chianti.

    Del resto sono 20 anni tondi tondi che fa bella mostra di sĂ©: era il 31 marzo 2001 infatti quando Dario Cecchini organizzò nel borgo chiantigiano il “Funerale della Bistecca”.

    E fu, semplicemente, una trovata geniale. Oltre che una occasione di beneficenza a favore dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

    Si può dire che in gran parte iniziò da lì la lunga cavalcata di Dario Cecchini che, da fenomeno locale, è diventato un fenomeno mondiale. Il tutto, però, mantenendo sempre salde le radici panzanesi.

    L’asta… al Funerale della Bistecca: anno 2001

    A ricordare quella data, questo anniversario così particolare (dalla Mucca Pazza… al Covid verrebbe di dire) è la stessa macelleria panzanese.

    “Fine estate dell’anno 2000 – ricordano – i media lanciano un allarme spaventoso: c’è un morbo letale che minaccia i bovini, e quindi gli uomini che di quelle carni si cibano: la Mucca Pazza!”.

    “I macellai – proseguono – peggio degli “untori” di manzoniana memoria, sono in affanno. Polemiche, proteste, scadenze fissate e poi prorogate, accuse, prese di posizione. Il Ministero della SanitĂ  fissa al 31 marzo 2001 l’eliminazione della colonna vertebrale, quindi niente piĂą bistecca”.

    Dario Cecchini annuncia: “Il 31 marzo, ultimo giorno di vendita, farò il Funerale della Bistecca Fiorentina. Sarà un funerale in piena regola e le ultime bistecche saranno messe all’Asta a beneficio dell’Ospedale Pediatrico Meyer. Sarà un saluto in chiave amaro-ironica per sdrammatizzare una situazione a dir poco spinosa”.

    “Il Funerale della Bistecca – rammentano – fu un modo per vedere e fare del bene in una situazione a dir poco disastrosa”.

    “Oggi – conclude lo stesso Cecchini – esattamente vent’anni dopo l’evento, mi frulla il testa quello che diceva un grande poeta fiorentino: Quant’è bella giovinezza / che si fugge tuttavia / chi vuol esser lieto sia/ nel doman non v’è… bistecca!”.

    Dopo la reintroduzione della bistecca alla fiorentina, sotto la targa “funebre” è stata collocata quella della rinascita, con uno scritto del giornalista del TGR regionale toscano, Alberto Severi: “Le mie preghiere alfin furono accolte, torna la fiorentina e ben ci azzecca, invalida morì, visse due volte, e infatti il nome suo com’è… bistecca!”.

    Le targhe fuori dalla Macelleria Cecchini
    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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