GREVE IN CHIANTI- "Visto che non avevo niente da fare nelle serate dopocena delle scorse due settimane, e anche perché mi ero impegnato in tal senso ad una riunione in Comune riguardo alle attività paesane connesse al Giro d' Italia, mi sono messo di buona lena e ho realizzato dall'A alla Z una scultura, se vogliamo così chiamarla, partendo da un tronco di vite di uva bianca".
Inizia così la storia di Simone Verniani, grevigiano doc, che da qualche giorno ha sistemato in piazza Matteotti il risultato delle sue… fatiche (documentato passo dopo passo nella fotogallery).
"La vite – ricorda Simone – era stato piantato nel terreno di mio padre, coltivatore diretto fino a quando il cielo non se lo è preso, nel lontano 1925 dai contadini che lavoravano tale campo all'epoca. Tagliata per manifesta vecchiaia, la vite ha trovato una nuova giovinezza; l'ho resa parte portante di una struttura con dei "piedi " formati da tre doghe di botte, logicamente arcuate, intrecciate fra di loro, da cui parte la vite, aiutata nel sostentamento da due pali in castagno laterali, fermati con un "salcio", che prosegue fino ad incontrare la"forca" della bicicletta, in ferro, tramite un foro passante e un dado cieco in ottone".
Praticità e simbolicità si fondono insieme: "Prima di arrivare alla ruota vera e propria – dice ancora Simone – attraversa un anello rosa in multistrato marino, che simboleggia il Giro, ruotante sulla forca stessa orizzontalmente. Subito sotto vi è la forca vera e propria, in ferro, ricoperta da due ciocche d'uva di lamiera opportunamente bugnate per evidenziare gli acini, e terminanti con il mozzo della ruota . Anche questa ruota orizzontalmente".
"La ruota – continua Simone nella sua spiegazione – ricavata pure essa dal pieno di multistrato tramite fresatura (a mano) con tre razze a falce e boccole in PVC come distanziali, presenta un battistrada in gomma nera, staccata dal legno da un rigo verde (richiamo al "green") che ruota tranquillamente sul suo asse. Ho deciso di autografare il tutto col pirografo".
"Il Giro – ricorda Verniani – che comincia dalla pianta, che produce l'uva, da cui si ha il vino, stagionato nelle botti (le doghe) e ricomincia; il Giro simboleggiato dall'anello, che ruota intorno alla ruota della bicicletta, ma sorretta da una ciocca d'uva; il Giro dell' anello verde che separa il legno (naturale), dalla gomma nera (sintetica); il Giro delle due ruote, amorevolmente racchiuse dalla vite quasi centenaria, che pare proteggerle inarcuandosi sopra di loro; il Giro del salcio (avvolto su se stesso)".
"Senza contare poi che l'anima dinamica dell'insieme – dice ancora Verniani – viene percepita immediatamente dai bambini, che vanno subito a vedere se le ruote girano davvero, e rimangono estasiati quando lo accertano da soli. Una scultura pure da toccare, non su un piedistallo, alta, lontano dal cuore, ma ad altezza giusta per vedere e toccare bene tutti i dettagli. Non sono certo un artista scultore di professione, ma sono certo di aver messo tutta la mia passione nel realizzare questa opera".
"Invito tutti ad andare a toccare dal vivo la "schiena" della vite – suggerisce – un po' come fanno gli stranieri col grifo del Porcellino a Firenze, per sentire la forza e la fierezza di essere una pianta di altri tempi, di quando non si buttava all'aria una vigna dopo soli15-20 anni perché le mode del vino cambiavano o la produttività scendeva, ma si prediligevano i vitigni più rudi e robusti".
Potete trovare la scultura di Simone fino al 22 maggio all'edicola in piazza Matteotti a Greve, la cui proprietaria, Francesca Bencistà, ha gentilmente concesso lo spazio per esporla.
di Redazione
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