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lunedì 10 Febbraio 2025
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    VIVA Greve: “Taglio indiscriminato dei boschi, un dramma che chiede un’azione politica forte”

    "Ovunque abbiamo visto operare aziende che non utilizzano più i metodi tradizionali rispettosi del territorio"

    GREVE IN CHIANTI – “In questi ultimi anni, spinto dal caro energia, si è andato paurosamente ingrossando il fenomeno del taglio intensivo dei nostri boschi”.

    Inizia così la riflessione di VIVA-Cittadini per Greve in Chianti, gruppo consiliare di opposizione.

    “Per troppo tempo – aggiungono – sono stati dimenticati perché economicamente non produttivi: improvvisamente oggi sono vittime della caccia alle masse legnose conservate nei nostri boschi per sostenere la richiesta di combustibili a più buon mercato di metano, GPL ed elettricità. E così in tutto il Chianti questo fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale”.

    “Ovunque – accusano -abbiamo visto operare aziende che non utilizzano più i metodi tradizionali rispettosi del territorio: come consiglieri di minoranza abbiamo chiesto conto al sindaco di permessi, ed autorizzazioni e sempre sono risultati avere entrambi”.

    “I controlli fatti dalla Forestale – proseguono – oggi inquadrata nel Corpo dei carabinieri, non hanno dato che esito di limitate infrazioni, sanzionate con multe che le aziende hanno pagato ben volentieri vista l’esiguità in relazione ai cospicui utili conseguiti dalle attività sanzionate”.

    “Insomma – proseguono da VIVA – sembra che nulla si possa fare per arginare un fenomeno che non solo deturpa il paesaggio ed il territorio nel suo complesso ma crea problemi ben più gravi in termini di dissesto idrogeologico, di rischio idraulico per chi abita e lavora nelle nostre vallate, sulle colline e sui monti del Chianti”.

    “L’appello drammatico dei cittadini di Cintoia – ricordano parlando di un recente caso – è l’esempio nostrano di questa emergenza. Quello che è avvenuto in Romagna deve porci delle domande: se poco possiamo localmente contro il cambiamento climatico molto possiamo fare nel tutelare la stabilità delle pendici dei nostri monti. Non possiamo vietare il taglio del bosco, anzi questo è necessario per la sua corretta gestione: ma questo va fatto secondo regole da rispettare nella sostanza e non solo nella forma”.

    “Non possiamo accontentarci di avere autorizzazioni paesaggistiche ed amministrative piene di buone pratiche e buoni propositi – rilanciano – e poi vedere i boschi arati da macchine operatrici che distruggono tutto il sottobosco aprendo la strada ad alluvioni disastrose”.

    “La tecnologia con cui si svolgono queste attività non è più la stessa del passato – spiegano – chi fa queste attività spesso non ha niente a che fare con i nostri boschi: si tratta di aziende agroforestali non insediate sul nostro territorio che applicano il principio de “prendi i soldi e scappa” e non hanno la cultura della manutenzione e della cura del bosco di chi ci abita da sempre”.

    “Questa dei tagli indiscriminati dei boschi – puntializzano – che ripetiamo vanno tagliati regolarmente e non devono essere abbandonati a se stessi, questa questione è un’emergenza che va messa al centro dell’azione politico amministrativa di Comuni, Province, Regione e Stato. Per questo occorre aprire una vertenza con le istituzioni che controllano queste attività, aprire una guerra a questi vandali attraverso ogni forma di controllo arrivando a farli essere vessatori attraverso tutte le forze di polizia: controllando i depositi ed il trasporto di questi legnami, chiedendo ai proprietari dei fondi di attuare tutte le misure per rispettare il deflusso a valle delle acque”.

    “Occorre quindi – esortano – che l’amministrazione comunale si mobiliti per questo attrezzando l’ufficio tecnico con personale sufficiente e con le competenze specifiche, facendo prima un’attenta istruttoria e poi tutti i controlli possibili attraverso la verifica del rispetto delle autorizzazioni e con i controlli di polizia amministrativa e giudiziaria locale”.

    “Occorre anche mettere di fronte alle loro responsabilità i proprietari terrieri che non fanno manutenzione alle loro proprietà – rimarcano – e non controllano poi coloro a cui hanno affidato il taglio. Occorre chiedere alle autorità legislative regionali e nazionali di regolare in maniera nuova la materia perché il cambiamento climatico da un lato e la mutazione imprenditoriale dall’altra mettono a rischio la vita delle persone che abitano e quindi presidiano una parte importante del nostro territorio”.

    “Per questo – concludono con una proposta – proponiamo che l’amministrazione comunale organizzi un tavolo di confronto con i proprietari terrieri delle zone boscate,le forze di polizia tenute al controllo e le ditte che hanno operato, operano e presumibilmente opereranno sul nostro territorio, proponendo un’ordinanza che detti dei precisi divieti ed eventualmente le modalità di dettaglio per lo svolgimento di questa attività. Il taglio si deve fare ma rispettando non solo leggi scritte ma anche norme di buon senso che evitino i disastri già visti a Cintoia come in altri parti del nostro territorio”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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