Isolina ha visto andarsene suo marito Roberto in una fredda sera di fine febbraio: quei momenti le rimarranno impressi per sempre, così come non può dimenticare i drammatici minuti in cui ha atteso l'arrivo dell'ambulanza.
Troppi a suo modo di vedere, anche se premette fin da subito che "forse anche se fossero arrivati prima mio marito non ce l'avrebbe fatta comunque. Ma mi sento di raccontare la mia storia perché possa servire a migliorare un servizio fondamentale come quello del soccorso di emergenza. Perché magari in un'altra occasione le cose possano andare in maniera diversa".
"Mio marito – ci racconta – era in dialisi da anni. Un po' di tempo fa aveva subito anche un'operazione chirurgica per un aneurisma. Al controllo ci avevano detto che andava tutto bene, tanto che piano piano ce l'avevamo fatta anche ad andare a votare alle elezioni del 24 e 25 febbraio".
Poi si arriva alla mattina di lunedì 25 febbraio. Una mattina che Isolina ha impressa a fuoco nella sua mente: "Alle 6.30 mi chiese un po' di lassativo – ricorda – Preso quello fece un sospiro più grosso, mi resi subito conto che non era normale. Chiamai subito il 118: erano le 6.40".
Fra l'altro quella mattina in alzune zone del Chianti era caduta anche una fitta nevicata. A Impruneta non c'è medico a bordo delle ambulanze: il servizio viene garantito da Galluzzo, Grassina e San Casciano. E' da qui che si muovono i soccorsi.
"Ho richiamato per quattro volte – prosegue Isolina – sono arrivati dopo quaranta minuti con l'ambulanza da San Casciano. E devo solo ringraziare il medico e i ragazzi che hanno tentato di tutto: hanno provato a lungo a fare la rianimazione, erano sfiniti".
"Mio marito è morto così – conclude Isolina – e forse non si sarebbe potuto salvare neanche con soccorsi più rapidi. Ma quei 40 minuti non mi vanno giù, penso a quanto si potrebbe fare la differenza, in altri casi, con soccorsi più tempestivi: lo ripeto, non accuso nessuno, ma racconto solo la nostra storia perché possa servire a migliorare".
di Matteo Pucci
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