FERRONE (IMPRUNETA) – "L'indifferenza è più colpevole della violenza stessa".
E' una frase di Liliana Segre, scritta in fondo a un foglio A4, protetto da una pellicola trasparente, con otto nomi, la data di nascita e il loro destino.
Chiamato deportazione e morte: di alcuni, lo si sa, ad Auschwitz. Di altri in luogo ignoto.
Un foglio appeso per rimarcare, probabilmente, la mancanza di ricordi ufficiali di quanto accadde qui al Ferrone. Per una memoria carente.
"Da questa abitazione – si legge – il 24 gennaio 1944 furono arrestati dai fascisti…".
Memoria, quella di quanto accadde alla famiglia Calò-Spizzichino che Il Gazzettino del Chianti ha cercato di onorare in questi anni.
Anche con l'articolo che potete leggere qui sotto.
# Al Ferrone, dove sette ebrei vennero deportati ad Auschwitz
di REDAZIONE
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