IMPRUNETA – “L’articolo 11 del Regolamento sul funzionamento del consiglio comunale, che identifica le modalità di convocazione delle commissioni consiliari, è stato più volte affrontato negli ultimi mesi, sia negli organi istituzionali sia a mezzo stampa. A seguito di dibattiti e confronti tra maggioranza e opposizione, dopo un lungo lavoro di mediazione e di confronto si era riusciti a trovare un equilibrio che consentisse di far partire i lavori di una commissione consiliare speciale che si occupasse di rivedere non soltanto quell’articolo, ma tutto il Regolamento del consiglio comunale. Dopo tutto questo lungo lavoro, nel consiglio comunale del 23 gennaio, alle porte della prima convocazione della commissione speciale, arriva una delibera che va a modificare, con un colpo di mano da parte della maggioranza, proprio l’articolo 11”.
Inizia così la riflessione del gruppo consiliare di opposizione Impruneta Futura, composto da David Biagiotti, Sabrina Merenda e Matteo Aramini, sul tema delle convocazioni delle commissioni consiliari e del più vasto argomento del regolamento del consiglio comunale.
“A questa modifica – proseguono – condotta a colpi di maggioranza, ci siamo opposti in tutti gli organi opportuni, abbandonando l’aula del consiglio durante la votazione, ed infine, rassegnando le dimissioni dei due commissari assegnati alla commissione speciale, Sabrina Merenda e David Biagiotti, prendendo atto che , loro malgrado, erano venuti meno i presupposti per un lavoro sereno e serio”.
“Purtroppo – dice Sabrina Merenda, capogruppo di Impruneta Futura – per motivi familiari ero
assente in consiglio. Ciò non toglie come avessi provato ad indurre un ragionamento sensato con la maggioranza riguardo la coerenza da adottare in merito alla votazione fatta in consiglio comunale con tutte le forze politiche, con la quale, compatte, le stesse avevano deciso la costituzione di una commissione speciale e i membri componenti della stessa, commissione che avrebbe dovuto analizzare ogni singolo articolo attualmente presente nel regolamento”.
“Così non è stato – riflette – perché si è deciso di cambiare un articolo, stravolgendo parti importanti. Ho riprovato ancora a chiedere la sospensione del punto ed il rinvio alla commissione speciale, ma senza risultato. Il tutto resta comunque nei verbali. Si sarebbe partiti liberamente come “volontari” uniti da una politica effettiva. Niente. Allo stesso pari, per coerenza, da volontari della politica, era giusto dimettersi. Chiudo dicendo che anche nel periodo nel quale ho fatto parte della maggioranza, ho sempre ritenuto i regolamenti come bene di tutte le forze politiche lavorandoci sopra con atti di cooperazione massima perché rappresentavano il valore democratico che deve restare forte”.
“Sono allibito oltre che deluso – dichiara Aramini – Non era mai accaduto, nella storia del Comune di Impruneta, qualcosa del genere. In buona sostanza una riduzione drastica della democraticità di un articolo che toglie ogni tipo di ruolo al presidente facendolo diventare un semplice passacarte”.
“I modus operandi di questa amministrazione sono a questo punto chiari – conclude Aramini – tra querele e atti di forza e questa è l’ennesima azione del genere che non colpisce soltanto i diritti delle minoranze, ma che ferisce tutta la comunità essendo il regolamento del consiglio comunale la norma massima che regola appunto ciò che accade in quell’aula, luogo di rappresentazione dei cittadini”.
“L’articolo 11 – prende la parola Biagiotti – ha rappresentato un argomento profondamente dibattuto. La maggioranza aveva già presentato una prima bozza di modifica in commissione 1 a ottobre per la modifica di quello specifico punto del regolamento. Dopo un confronto attento, avevamo convenuto che fosse necessario rivedere per intero tutti gli articoli. Oggi mi chiedo, ma allora perché in quel momento si è fatto un passo indietro, mentre oggi si approva con tutta fretta?”.
“Grazie al lavoro svolto dai capigruppo delle forze politiche che compongono il consiglio comunale – conclude Biagiotti – si era riusciti a comporre un equilibrio tale che ci consentisse di iniziare ad operare su tutto il corpo di articoli che regolano il funzionamento del consiglio, ma con questa decisione si fanno decadere tutti i presupposti di sana e giusta dialettica politica che ci avrebbe consentito di restituire all’amministrazione un regolamento non soltanto più chiaro, ma anche più efficace e snello sotto alcuni punti di vista. Mi sono dimesso dalla commissione speciale con estremo dispiacere, perché così si vanifica un lungo lavoro, ma non sarebbe serio da parte mia partecipare ai lavori di un organo verso il quale si è mancato di rispetto istituzionale”.
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