IMPRUNETA – Volano gli stracci in Impruneta Futura. Dopo l’addio del “fu” candidato sindaco Matteo Aramini, che ha lasciato a marzo, il passaggio al gruppo misto di due dei tre consiglieri (Sabrina Merenda e Tommaso Orlandini) adesso è la lista civica a far sentire la sua voce.
Ed è una voce… di fuoco nei confronti dei due rappresentanti che hanno lasciato il gruppo.
“Con il consiglio comunale del 27 giugno scorso – inizia la riflessione di Impruneta Futura – sono avvenuti due cambiamenti importanti per il gruppo di Impruneta Futura. Il primo: David Biagiotti è il nostro nuovo capogruppo. Sembrerebbe la notizia principale, ma ogni medaglia ha il suo rovescio. Il rovescio è che David diventa capogruppo perché due consiglieri hanno deciso di lasciare Impruneta Futura e costituire il gruppo misto”.
“Purtroppo – puntualizzano – qui non si parla banalmente dell’art. 67 della Costituzione, articolo che delinea la mancanza di vincolo di mandato, e al quale non ci opponiamo, ma sulla mancanza di motivazioni chiare per cui si compie questo passo”.
“Peggio ancora – rincarano – sono state addotte motivazioni mendaci e costruite per gettare discredito sul lavoro di Impruneta Futura, al fine di costruire artificialmente uno scenario che renda “digeribile” il passo compiuto”.
“A fronte di questo – rilanciano – è necessaria una risposta perché non esiste soltanto l’autonomia del consigliere ma anche l’onorabilità del gruppo Impruneta Futura che è stato calpestato e schernito in più di una circostanza, a mezzo stampa, ma soprattutto in seduta di consiglio comunale e non lo meritiamo dopo i tanti sforzi compiuti in questo intensissimo anno”.
Poi, riportano alcune parole della ormai ex rappresentante in consiglio comunale, Sabrina Merenda: “Può succedere che non il progetto ma parti di questo o persone che ne facevano parte portino a innescare dei cambiamenti, cambiamenti che possono essere strutturali e
politici…”.
“Ecco – riprendono – una frase del genere non lascia spazio a dubbi nel contenuto, ma ad infiniti dubbi nel merito. Noi respingiamo fortemente quest’affermazione dicendo che è falsa e lesiva dell’onorabilità del gruppo. La nostra lista, civica era e civica è. Abbiamo sin dall’inizio accettato supporto esterno di partiti, ma niente simboli, niente apparentamenti”.
“Come in altre liste civiche – dicono ancora – ci sono al proprio interno varie fedi politiche, sarà così nel Coraggio di Cambiare, come in Voltiamo Pagina, non è così in Impruneta Rip@rti che è una coalizione di partiti. Di quali cambiamenti si parla? Non ci si limiti ad alludere, si dimostri con fatti concreti. Chi abbiamo imbavagliato, e quando e come? Ci spieghi come è stato possibile allora che in più occasioni i nostri tre consiglieri abbiano espresso voti diversi sugli atti presentati in consiglio comunale”.
Sono un fiume in piena da Impruneta Futura nei confronti dei consiglieri comunali (ormai ex) “dissidenti”, in particolare di Sabrina Merenda: “Chi lamenta questo e i lunghi 13 mesi di vessazioni, ricordi che a gennaio diventava il nuovo capogruppo. Forse ci sfugge qualcosa. Impruneta Futura ha fatto della serietà anche nelle azioni in consiglio comunale la propria cifra e un pilastro fondante della propria azione politica. Per noi al centro della nostra azione in consiglio sta il programma, premiato da 2.049 voti e che per un soffio non ci ha visti vincitori alle scorse elezioni”.
“La nostra azione in consiglio è sempre stata costruttiva – rivendicano – non ad oltranza, non fine a sé stessa ma sempre nell’ottica di apportare un beneficio alla comunità. Alcuni di noi si
sono alzati dai banchi della maggioranza da non molto tempo, e la contiguità anche con l’attuale maggioranza è evidente, e non neghiamo ci siano anche delle affinità. Inevitabile. Questo fa sì che possano esserci anche degli avvicinamenti, ma noi ci siamo approcciati
come lista e come programma. Non c’è un consigliere di serie A e uno di serie B. I nomi
vengono dopo. E tutti noi lo facciamo nell’ottica di rendere un servizio alla nostra comunità”.
“Perché abbiamo appreso che solo alcuni si possano definire “volontari” – aggiungono – insinuando tra le righe che altri siano dipendenti di un qualche oscuro sistema di potere. Ebbene, tutto ciò che facciamo è tramite autofinanziamento, sia in termini economici che di tempo e di energie, che togliamo alla nostra vita privata e alle nostre famiglie”.
“Quindi questa è una storia di protagonismi – rimarcano – non di civismo, non di cambiamenti che non esistono. Ecco a nostro parere è per questo che si è preferito far saltare il banco. Stando così le cose, forse era più logico dimettersi, ma la logica, si sa, non conta quanto l’ambizione. Forse qualcuno non accettava la presenza di una segreteria. Allora ci chiediamo cosa dovrebbero fare quelle persone che non hanno avuto il privilegio di entrare in consiglio
comunale, cosa possano fare se volessero dare una mano. L’abbiamo chiamata segreteria,
potevamo chiamarla in altri miliardi di modi. Sta di fatto che alla strutturazione interna della
lista hanno partecipato anche i due consiglieri uscenti, e non è stata proferita parola circa
l’impostazione che volevamo dare. Forse la colpa è stata quella di voler provare a fare
qualcosa”.
“Ma la segreteria c’è – fissano il punto – e la linea politica di un gruppo se non va nella direzione sperata per qualcuno, ma mantiene coerentemente gli obiettivi di programma che si è data all’inizio, non ha fatto nessun cambiamento, fa politica. Non si può essere protagonisti a tutti i costi. Non è la lista giusta probabilmente”.
“Il nostro candidato sindaco – dicono tornando alla scelta di Aramini – quando ha fatto una scelta personale, si è dimesso in modo che il suo posto potesse esser preso da altro consigliere per portare avanti il lavoro della lista Impruneta Futura. Paradossalmente il consigliere che ha preso il suo posto ha detto di lasciarci per poter agire di testa sua senza il peso dell’appartenenza”.
“Noi come gruppo mettiamo al centro il programma – accusano – i due consiglieri che hanno scelto di lasciarci, mettono al centro loro stessi. Sì in questo le nostre strade divergono, ma non si trovino altre scuse se non quelle personali. Il cambiamento non è della lista né delle persone che compongono la segreteria, né strutturale né politico. Il cambiamento di cui si parla sarebbe meglio chiamarlo ambizione, ma non ci appartiene, e il civismo chiamiamolo particolarismo”.
“Chi lavora solo per sé stesso – concludono – prima o poi si rivela. Chi è dentro la macchina questo lo sa e oggi incassa un risultato senza dover far nulla di più. Noi abbiamo un programma che è stato depositato, è il programma di Impruneta Futura, è il nostro. Abbiamo delle cause da portare avanti chissà se saranno condivise dal neo gruppo misto. Siamo spiacenti, ma il nostro lavoro continua”.
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