IMPRUNETA – “Sicuramente è stato un anno difficile, strano, ma ho cercato di trarne il meglio e vedere i lati positivi”.
A parlare è Matteo Dilaghi, imprunetino, che vive e lavora come ballerino a Monaco di Baviera, in Germania.
Lo avevamo sentito dodici mesi fa, all’inizio di questo doloroso percorso collettivo. Torniamo a incontrarci, virtualmente, un anno dopo.
# “Coronavirus, vi racconto la differenza fra l’approccio italiano e quello tedesco”
“Quest’anno, in tutte le sue difficoltà, ci ha dato più tempo per noi stessi. Ad esempio io – sorride – oltre a imparare a cucinare, pizza, dolci e pasta di tutti i tipi, ho avuto molto più tempo per dare spazio alla mia creatività. Ho suonato molto di più la chitarra, un’altra delle mie passioni”.
“Altra cosa di cui sono stato felice – prosegue- sono state le tante chiacchierate con amici che non sentivo da anni, mi è piaciuto molto ritrovare amicizie andate nel tempo”.
“Per quanto riguarda il lavoro – aggiunge – ho cercato di tenermi in forma, perché il teatro è stato chiuso per un po’ di tempo. Poi abbiamo iniziato a fare le lezioni in casa su zoom, ma ballare in casa non è proprio la stessa cosa che farlo in teatro. Botte alle sedie, ai tavoli, spazi ridotti, diciamo che non è molto semplice”.

“A giugno abbiamo fatto uno spettacolo con 50 persone in scena, 6 ballerini. Abbiamo costruito un palco sul palco – racconta – La coreografia “Petit Pas” di Andrey Kaydanowsky ha voluto dare un messaggio forte: la cultura c’era, la danza c’era. Non si è fermata. Abbiamo danzato di fronte ad un teatro vuoto ma il messaggio era forte e chiaro”.
“E’ diverso ballare senza pubblico – ammette – l’atmosfera sul palcoscenico, con duemila persone che ti guardano, è un’altra cosa. Per non parlare della difficoltà di ballare con la mascherina, non si respira bene, è veramente pesante”.
“A settembre abbiamo ricominciato con alcuni spettacoli – continua il suo racconto – fino a novembre. Poiché da settembre siamo stati sottoposti a test ogni due settimane, da ottobre abbiamo iniziato a rilevare casi Covid in compagnia sempre più frequentemente”.

“Per cui – ci dice ancora – abbiamo alternato periodi a casa e periodi in teatro. Questo ha comportato ovviamente l’annullamento di alcuni spettacoli in programma”.
“In compenso – riprende – abbiamo fatto spettacoli online, come ad esempio il Lago dei cigni in streaming trasmesso la sera di Natale o la serata Paradigma”.
Lato sussidi-ristori? “Nonostante i mesi chiusi in casa, e quindi la drastica riduzione delle ore di lavoro, grazie al programma tedesco Kurzarbeit, ovvero “lavoro breve”, il nostro salario è rimasto quasi invariato. Qui è lo Stato che provvede a pagare la maggior parte del nostro stipendio”.
“Per quanto riguarda le chiusure e restrizioni – spiega ancora – oggi i ristoranti effettuano solo il servizio di asporto, parrucchieri sono aperti, i negozi di abbigliamento sono aperti ma su appuntamento e previa registrazione. I cinema, teatri invece sono chiusi”.
Questione vaccini: “L’obiettivo della Germania – ci dice Matteo – è vaccinare tutti entro la fine dell’estate. In questi giorni hanno sospeso il vaccino AstraZeneca alle persone under 60 anni. Non so bene se e quando vaccineranno anche noi in teatro, stiamo ancora aspettando istruzioni”.
“Ad ogni modo – conclude – la situazione rispetto all’anno scorso è sicuramente migliorata. La paura sta passando, le persone preferiscono uscire con la mascherina che rimanere chiuse in casa. Speriamo solo che a breve potremo tornare alla normalità, a danzare davanti al pubblico”.
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