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sabato 12 Ottobre 2024
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    L’edera velenosa scoperta per la prima volta in Italia: ai Sassi Neri, nel comune di Impruneta

    "Pianta fortemente tossica che provoca dermatiti da contatto che, nel solo Nord America, colpiscono milioni di persone ogni anno. Amministrazione locale e popolazione ne siano consapevoli"

    IMPRUNETA – “Un team di botanici dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa ha scoperto il primo caso in Italia di naturalizzazione della cosiddetta “edera velenosa” (Toxicodendron radicans), una specie aliena originaria del Nord America e di alcune parti della Cina”.

    Lo si apprende dall’Università di Pisa: “Il ritrovamento di una grossa popolazione completamente spontaneizzata – si legge ancora – è avvenuto in località Sassi Neri, a Impruneta, ad opera di Giovanni Astuti, Francesco Roma-Marzio e Roberta Vangelisti“.

    “I tre ricercatori – viene precisato – hanno documentato la scoperta in un articolo sulla rivista Italian Botanist, organo ufficiale della Società Botanica Italiana. I campioni raccolti sono stati inseriti nell’erbario del Museo botanico dell’Ateneo”.

    “L’edera velenosa – si specifica – non era mai stata trovata in Toscana e per l’Italia c’erano solo due segnalazioni storiche per il Trentino-Alto Adige risalenti al 1893 e al 1930, come specie occasionalmente sfuggita alla coltivazione”.

    “Si tratta di una pianta fortemente tossica – si informa – che provoca dermatiti da contatto che, nel solo Nord America, colpiscono milioni di persone ogni anno. È dunque importante che le amministrazioni e la popolazione locale siano consapevoli della pericolosità di questa specie. 

    “Le invasioni biologiche – spiega il professore Lorenzo Peruzzi, Direttore dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa – sono oggi uno tra i più rilevanti temi ambientali nella nostra società”.

    “Specie aliene animali o vegetali – rilancia – introdotte consapevolmente o inconsapevolmente dall’uomo in un territorio dove non sarebbero mai giunte con dinamiche naturali, possono causare danni anche gravi alla biodiversità autoctona”.

    “In alcuni casi però – puntualizza – i problemi causati da queste specie possono anche ritorcersi direttamente contro la specie umana”.

    “Il ritrovamento dell’edera velenosa a Impruneta è un importante esempio in questo senso – conclude Peruzzi – che forse può essere utile per renderci più consapevoli di questi problemi”.
     
    Giovanni Astuti, Francesco Roma-Marzio e Roberta Vangelisti fanno parte dello staff tecnico-scientifico dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa e collaborano a una iniziativa promossa dal Gruppo per la Floristica, Sistematica ed Evoluzione della Società Botanica Italiana, volta a ricercare sul territorio specie di piante segnalate in passato e non più confermate per il territorio italiano.

    Il fortuito ritrovamento dell’edera velenosa è avvenuto nell’ambito di questa attività.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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