IMPRUNETA – “Capisco che la questione è calda, ma per favore non buttatela in caciara politica. Chi lo fa non vuole bene a questa città”.
Dopo l’aggressione subita in centro storico a Firenze, l’ex sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei tiene a puntualizzare alcuni concetti.
“Il telefono squilla a diritto – aggiunge – e non me ne vogliano i giornalisti ai quali non ho risposto. Ogni parola detta su un argomento così importante quale la sicurezza, può portare a dubbie interpretazioni”.
“Ringrazio tutti per la solidarietà su quanto accadutomi – sottolinea – ma che nessuno, per favore, politicizzi l’accaduto. La sicurezza è una questione civile, né di destra né di sinistra”.
“Ringrazio Cellai e Papucci per la solidarietà – continua – ma da ex amministratore Pd, come da loro ricordato, so bene e sanno bene anche loro, i poteri che hanno le amministrazioni locali”.
“Certo – ricorda – un sindaco deve tenere alta l’attenzione su questioni scottanti e di non facile gestione come la sicurezza, e segnalare agli organi superiori le criticità. Ma nessuna responsabilità ha un sindaco o un amministratore locale se chi viene fermato per “aggressione e lesioni” è fuori in poco più di un’ora”.
“Quindi ognuno si faccia un esame di coscienza – ribadisce – Le leggi sono scritte dagli uomini, e come tali possono essere cambiate. Cambia la società, e le leggi devono adeguarsi a seconda delle necessità, perché ogni comunità viva, secondo le regole, al meglio sul territorio”.
“Il centrosinistra sicuramente è stato troppo lassivo sull’argomento – ammette – e va detto senza tanti giri di parole. Allo stesso tempo sono ormai tre anni che al governo c’è il centrodestra, e sulle norme in materia di sicurezza e di presenza delle forze dell’ordine non mi sembra si siano fatti grandi passi in avanti. E’ solo una semplice constatazione di un normale cittadino”.
“Qui – dice ancora – non si tratta di chi sono le colpe, ma di cosa ognuno, può e deve fare per migliorare la situazione attuale. Ognuno secondo i propri ruoli ed i propri compiti che la legge gli attribuisce”.
“E se c’è da cambiare la legge – esorta – che parta un confronto serio, rapido, ma sul da farsi, non sul rinfacciarsi le cose. Il tempo è scaduto”.
“Per chi può essere recuperato ci vogliono gli strumenti per farlo e magari farlo bene – conclude Calamandrei – e per chi non ci pensa proprio a voler essere recuperato, ci vogliono certezze per far vivere la comunità in sicurezza e serenità”.
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