Dopo aver passato diversi giorni dormendo sull’autotreno, era riuscito finalmente a trovare una sistemazione in una pensione.
In attesa che qualcuno della sua azienda risolvesse tutto il disagio vissuto.
L’uomo non si era perso d’animo e, tra un caffè preso presso l’Autofficina Aci di Tavarnuzze (che lo aveva soccorso), un salto al chiosco dei cocomeri sotto la Certosa, fnalmente la soluzione.
Di prima mattina il carico di pellet che trasportava (e che nelle notti scorse era già stato preso di mira dai ladri), dopo una trattativa, è stato comprato da un’azienda.
Liberando così l’autotreno.
Inoltre, sembra sia stata eseguita una perizia dei danni al mezzo da parte dell’assicurazione: a quel punto l’uomo, rimesse insieme le sue poche cose, è salito in cabina, ha rimesso in moto e, varcando il casello, ha finalmente intrapreso la strada per fare ritorno a casa. Pur con vetro rotto e cabina danneggiata.
Sicuramente si ricorderà per un pezzo le “vacanze forzate” vissute al casello di Firenze Impruneta: ammesso però che nessuno lo fermi per la strada vedendo le condizioni dell’autotreno, non proprio in perfette condizioni.
SarĂ dunque finita per lui la disavventura?.
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