IMPRUNETA – Non si fermano le polemiche per la chiusura della scuola media Accursio da Bagnolo, oggetto la scorsa settimana di un'indagine tecnica che ha evidenziato un rischio di crollo dei controsoffitti. A intervenire sulla questione sono anche il Collettivo Giovani Imprunetini e la Lega Nord che ricordano l'annunciato progetto delle nuove scuole, ecosostenibili ai Sassi Neri.
Il Collettivo scrive: "Impruneta avrebbe dovuto avere un nuovo plesso scolastico, invece oggi ha solo due scuole in meno. Dopo la materna di via Roma, anche le medie di piazza Accursio da Bagnolo vedono piazzati i lucchetti all’ingresso. Naturalmente non siamo a criticare i motivi della chiusura, viste le precarie condizioni di sicurezza, ma è tutto il resto che non torna".
"Che la struttura avesse dei problemi e fosse in una condizione instabile lo si sapeva da mesi, anzi da anni – osserva il collettivo – considerando pure che non è nata per essere una scuola. Così come si sapeva da tempo che l’amministrazione avesse intenzione di portare i ragazzi a Tavarnuzze nel 2017".
Sotto attacco la decisione repentina dell'amministrazione: "Invece si è voluto aspettare, e ad anno scolastico iniziato si è deciso da un giorno ad un altro di chiudere l’edificio e di costringere gli alunni ad una migrazione forzata, con i disagi didattici, ambientali e organizzativi che questa decisione comporta. Le scuole medie salutano Impruneta per non tornarvi mai più, o perlomeno non in un futuro prossimo".
"Dopo aver perso l’asilo tre anni fa, adesso il capoluogo perde anche i ragazzi delle medie, ritrovandosi impoverito di una componente essenziale nella vita sociale e culturale di un territorio; se a questo si aggiunge anche l’imminente chiusura degli uffici comunali di via Cavalleggeri, il quadro è davvero nerissimo", commenta il collettivo.
"Siamo di fronte ad un’amministrazione che invece di risolvere i problemi del paese è riuscita ad aumentarli, lanciandosi nel 2014 in uno scellerato piano scuole che dà oggi i suoi velenosi frutti; a subirne le conseguenze sono prima di tutto i bambini, e insieme le loro famiglie. Quanto sta accadendo in questi giorni è la goccia che fa traboccare il vaso. Impruneta non più subire i danni provocati da una giunta incapace, non trasparente e inadeguata", concludono i Giovani Imprunetini.
Da qui il Collettivo Giovani Impruneta chiede le dimissioni del sindaco Alessio Calamandrei e dell’assessore alla scuola Lilian Kraft, "giudicando questo come un minimo atto di responsabilità di fronte all’evidente fallimento della politica amministrativa della maggioranza. Dimissioni che tra l’altro il sindaco aveva promesso in caso di mancata soluzione della situazione scuole". Poi l'appello a tutti i cittadini, affinché la comunità possa far sentire la propria voce: "Chi volesse unirsi ad un’azione di protesta o avesse in mente iniziative per esprimere dissenso e disapprovazione alla luce degli ultimi avvenimenti, si faccia avanti e ci contatti. Non nell’interesse di questa o quella parte politica, ma nell’interesse di tutta l’Impruneta".
Interviene anche Matteo Ottanelli referente Lega Nord Impruneta: "Le procedure del trasferimento dei ragazzi dovevano essere già state fatte prima delle vacanze di agosto 2016. Era stato promesso che il cantiere per le nuove scuole sarebbe iniziato prima delle vacanze di agosto, progetto per il quale avevamo espresso perplessità per i tempi e non solo. Niente più uffici niente più scuole, lavori che non partono: un futuro roseo per l'Impruneta".
"È più che giusto fare indagini sulla tenuta statica della struttura ma non sarebbe stato meglio farle in estate così da non compromettere le lezioni? Eventuali carenze nella struttura avrebbero potuto essere evidenziate prima dell'inizio dell'anno scolastico ed eventualmente non si sarebbe nemmeno riaperta la scuola" aggiunge Lorenzo Somigli coordinatore Lega Nord Chianti.
Aggiunge Somigli: "È risaputo che il territorio è a rischio sismico. Come è risaputo che nella maggior parte delle scuole non sono stati compiuti interventi di adeguamento sismico e nei pochi casi in cui sono stati compiuti al massimo ribasso. Si accorgono, dopo il terremoto ovviamente, che le strutture potrebbero essere compromesse, chiudono alcuni plessi scolastici senza averne costruiti di nuovi e magari predisposti contro il rischio sismico: sembra di stare a teatro"
di Redazione
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