Prima che arrivasse il Coronavirus a sconvolgere le abitudini degli italiani, un piccolo
gruppo di socialisti (sancascianesi) della diaspora si ritrovarono per parlare di politica.
La riunione si fece viva quando venne presa in esame la candidatura di Eugenio Giani a “Governatore della Toscana” ed anche chi era solito tacere prese la parola e manifestò il suo interesse e la sua volontà di sostenere tale candidatura.
Nell’aria della politica italiana c’era qualcosa di nuovo, anzi, d’antico.
C’era – ad esempio – il ricordo, anche recente, che gran parte del mondo sindacale ed
una buona parte della sinistra italiana stavano spendendo parole di lode per quello Statuto dei diritti dei Lavoratori, che i socialisti sotto la spinta del compianto, Giacomo Brodolini, avevano saputo far diventare legge dello Stato, superando le resistenze di una parte del mondo democristiano e l’appoggio tiepido e misto a trabocchetti di gran parte del mondo comunista.
C’era – sempre ad esempio – il recente ricordo dell’anniversario della scomparsa di
Bettino Craxi, che era stato capace di far germogliare qua e là, anche nei luoghi più impensabili, la constatazione – di tanti – che, a fronte di tale personaggio politico, la statura
degli uomini politici attuali, si chiamino Di Maio, Zingaretti o Salvini, appare quella di un
pigmeo, pur con tutto il rispetto per loro e per i pigmei.
Insomma, in quella riunione la candidatura di Eugenio Giani a “Governatore della Toscana” apparve come l’ennesimo segno di un cambiamento positivo, che stava maturando
nella politica italiana, e fu deciso di costituire un Comitato di sostegno ad essa.
Qualcuno, forse, si domanderà il perché il nome di Eugenio Giani è riuscito a scaldare i cuori di qualche attempato socialista: chi era, chi è Eugenio Giani?
Egli nasce in una famiglia dichiaratamente socialista ed in tale contesto culturale e politico si forma, arrivando, infine, a iscriversi alla Federazione dei giovani socialisti.
E’ uomo di buone letture e di capacità lavorative e ciò lo porta ben presto ad essere uno dei giovani di punta del Partito Socialista a Firenze.
La crisi e la successiva scomparsa del PSI lo coglie nel momento in cui stanno per aprirsi per lui gli spazi per un impegno politico nelle Istituzioni fiorentine.
Diversamente da altri dirigenti del PSI, Eugenio Giani non si ritira a vita privata: la
politica è una passione, che non lo abbandona.
Gli anni dal 1992 alla fine del secolo sono anni difficili, tempestosi, che mettono di fronte a scelte dure e dolorose tutti, ma soprattutto gli uomini e le donne di quello che fu il PSI: c’è chi cerca di portare la propria idea politica nella ricostruzione di un nuovo e diverso partito socialista; c’è chi cerca di resistere e contrastare il giustizialismo di “Mani pulite”, entrando in Forza Italia; c’è chi cerca di far vivere la cultura politica socialista all’interno delle tante anime, che vivono nel PDS.
Eugenio Giani è uno di questi ultimi e per tale scelta può essere approvato o sconfessato. C’è un dato, però, che a lui va riconosciuto: non ha mai disconosciuto le proprie origini socialiste e l’attaccamento alla storia, alle vocazioni, alle necessità del territorio fiorentino, prima, e toscano, poi.
Le sue buone letture e la sua capacità di lavoro gli hanno consentito – giorno dopo giorno – di conquistare in ogni tipo di elezione quel consenso popolare, che ha spazzato via quel distacco, quel senso di diversità, che gli ex-comunisti hanno sempre manifestato non nei confronti degli ex-democristiani, bensì nei confronti dei socialisti.
Il Coronavirus ha potuto rallentare la costituzione del “Comitato socialista per Eugenio Giani Governatore della Toscana”, ma non lo ha fermato. Anzi, lo ha rafforzato nella propria decisione.
Quante volte, infatti, abbiamo sentito dire nei telegiornali da cittadini, da scienziati, da politici: “… meno male che in Italia abbiamo il Sistema Sanitario Nazionale, altrimenti il Coronavirus avrebbe fatto molti e più gravi danni!”.
Ed allora, ci siamo chiesti: “Ma chi è che si è battuto a partire dagli anni ’60 (quelli del primo, vero centro-sinistra) per istituire il Sistema Sanitario Nazionale, chi – seppur con altre forze, ma portandone il peso e la responsabilità maggiori – se non il PSI ed i socialisti?”.
Eccolo un ulteriore “segno” che la vita e la storia ci mandano sulla necessità di non far morire la cultura socialista, in modo non urlato, non giocato su chi la spara più grossa, del fare politica socialista.
Ecco il “segno” che la vittoria di Eugenio Giani alle prossime elezioni regionali per la Toscana può rappresentare la fine di un periodo politico fatto di estremismi verbali, intolleranza, incultura e velleità e l’inizio di un nuovo percorso dove le culture politiche – tra cui quella socialista –, che hanno cavalcato e vinto le sfide del 1900, si ritrovano, si confrontano ed elaborano le risposte alle sfide che il mondo globalizzato ci pone oggi e ci porrà domani davanti.
Il nostro sarà un voto convinto per Eugenio Giani.
Il nostro è un invito convinto ai socialisti di ieri e di oggi ed a tutti coloro che sentono la necessità di un modo di governare dove prevalga il pensiero rispetto all’urlo, a votare per Eugenio Giani.
Il Comitato socialista per “Eugenio Giani Governatore della Toscana”
PROMOTORI: Agnelli Silvio – Chiostrini Giovanni – Lapini Giuseppe
Marini Federico – Marranci Carlo – Sardelli Alessandro
ADERENTI al 5/9/2020: Cellesi Valdemaro – Fondelli Giovanni – Frosecchi Massimo
Gamberucci Andrea – Innocenti Luca – Landi Giovanni
Lemmi Gustavo – Viviani Giampiero
All’8/9/2020 hanno aderito al documento anche i socialisti di Barberino Tavarnelle e di Greve in Chianti
Per cui oggi comunichiamo la nascita del Comitato Socialista Chiantigiano per “Eugenio Giani Governatore della Toscana”
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