Ho assistito lunedì 31 marzo al consiglio comunale di Impruneta. L'ordine del giorno principale era la modifica del Regolamento urbanistico per l'individuazione dell'area polo scolastico Sassi Neri, oltre alla modifica della destinazione della scuola materna di via Roma, chiusa da tempo e pronta a divenire edificio residenziale.
Si votavano in merito le controdeduzioni presentate alle varie osservazioni fatte in seguito alla presentazione del progetto. La variante al Regolamento urbanistico è stata approvata con i voti della maggioranza, così come sono state approvate tutte le controdeduzioni.
Questo voto rappresenta forse l'ultimo capitolo della triste vicenda delle scuole imprunetine, l'atto conclusivo di un percorso autoritario e unilaterale portato avanti dalla giunta comunale, verso il quale ho sempre espresso il mio parere contrario e le mie critiche.
Si conoscono bene gli sviluppi della storia e tanto si è detto nell'ultimo anno. Non è su questo che voglio porre l'accento. La mia rabbia di cittadino è scattata nell'osservare l'atteggiamento tenuto dai consiglieri di maggioranza: presenti nella loro totalità, con le eccezioni di Bartoli e Magnelli, hanno permesso con i loro voti di approvare la linea dell'amministrazione.
Nulla di male, se non fosse che sia apparso come palese a tutti i presenti in consiglio che i consiglieri non avessero la minima idea di cosa stessero votando. Milo Messeri, presa parola per la dichiarazione di voto, si è limitato a dire: "Annuncio che voteremo a favore".
Un intervento senza dubbio dal grande spessore politico, almeno quanto le mani sue e dei colleghi del Pd alzate ad approvare ogni controdeduzione. Posso scommettere che una buona parte se non tutti i consiglieri votanti non solo non fossero a conoscenza delle singole controdeduzioni, ma non avessero neppure una chiara visione della situazione scuole.
Non l'hanno mai avuta, avendo sempre votato in questi mesi senza mai prendere posizione, senza mai intervenire in maniera organica e risoluta. Quelle mani alzate sono il simbolo del volere di partito, degli ordini di scuderia, è la fotografia di quanto inetti e poco indipendenti siano i consiglieri della maggioranza.
Sono entrati in consiglio comunale con i voti dei cittadini, molti hanno fatto della giovane età e della novità sul palcoscenico politico un arma elettorale. Oggi molti imprunetini non sanno neanche chi siano questi consiglieri.
La loro inconsistenza politica è aggravata dalle loro scelte. Uno scellerato piano scuole è stato approvato da persone che non hanno neppure una propria idea a riguardo. O se ce l'hanno, tacciono: così bisogna fare.
Questi burattini che siedono tra i banchi della maggioranza per di più prendono anche una somma in denaro ogni mese. Non voglio certo fare misere considerazioni sul fatto che siano soldi pubblici, in fondo parliamo di cifre bassissime; non è l'aspetto economico, ma quello morale che suscita la mia rabbia.
Quando si riveste una carica pubblica, bisogna avere la schiena dritta e la consapevolezza delle proprie idee, il coraggio di prendere posizione e l'onestà di agire non perché così ci viene detto di fare, ma perché dietro ci sono un pensiero e la conoscenza dei fatti. Se così non è, si tradisce la fiducia degli elettori e si danneggia tutta la comunità, costretta a subire decisioni votate senza alcuna valutazione personale.
Non vorrei sembrare troppo duro nei confronti del gruppo consiliare del Pd; non possiamo in effetti accusare solo loro.
Peggio sta facendo l'assessore alla scuola Buccioni, silente in consiglio comunale così come in tutti questi mesi. In effetti, se non parla l'assessore, perché dovrebbero farlo i consiglieri? Il silenzio è una cosa che suona, per chi ascolta avidamente.
di Gabriele Franchi
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